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06 marzo, 2011 - 16:57

di Luis Sepulveda

PATAGONIA EXPRESS, ULTIMA CHIAMATA?

Quando conobbi Luis Sepulveda e le sue pagine, per la prima volta fu amore dirompente. Lessi di li a pochi giorni tutti i suoi libri, poi andai a vedere in una miniera uno spettacolo che mi toccò in un punto tanto buio quanto buia e silenziosa era quella strana esperienza… iniziai con loro a pensare ad un altro mondo oltre a quello che mi circondava. A tanti anni di distanza prendo tra le mani un libro di viaggio e sento qualcosa di nuovo, forse più faticoso e difficile. Mi sembra che Luis abbia preso con gli anni nuove strade, una scrittura differente, ma continua a raccontare storie limpide e terrigne, fatte di pancia e cuore, lotta e resistenza. Un violinista, una vecchia solitaria con il dono della vita, il Patagonia Express e la sua agonia (agonia di tutto un Sud svenduto), grandi asado e gente “giusta”.
La penna che di una storia faceva un esempio, ora è meno tenace, non doma ma forse un poco ferita. Le sue storie si fermano per raccontare di quella realtà che ci deruba del futuro, mentre anni fa “le sue storie” finivano per offrirci una realtà da cambiare, ci spronavano al mondo nuovo.
Luis Sepulveda ha combattuto, per meglio dire combatte quotidianamente, ancora. Lo fa anche con questo libro, come ha fatto con gli ultimi. Le sconfitte forse un poco hanno incrinato il fluire di una narrazione che rapiva… forse, questi anni sono anche questo, cambiamento, difficoltà nella lotta, paura d’aver perso o di essere, comunque, sempre perdenti.
Ma Luis continua a scrivere. Ecco perché io continuo a leggere. In attesa che il Patagonia Expess riparta, e non soltanto per un giorno.

Ad accompagnare le parole le foto, come sempre intense ed espressive, del compagno di viaggio Daniel Mordzinski. Daniel ama fotografare uomini, ma come si può vedere in questo libro sa catturare l’anima anche di vecchie locomotive o paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Le foto, scelte tra le tante che giorni di viaggio hanno originato, non sono mai una pura didascalia. Anzi, ogni immagine è un momento per prendere fiato, riposare gli occhi ed immergersi in quella terra. Un viaggio visivo, per l’immaginazione.
In occasione di una mostra presentata in Italia da Assemblea Teatro alcuni anni fa a Torino, Luis Sepulveda inviò queste righe che descrivono l’amico, l’uomo ed il fotografo … “Una volta ho spiegato che Daniel lavora con tre elementi essenziali che si chiamano luce, ombra e rispetto”.

Alberto Dellacroce

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