liberamente ispirato da un testo di Paolo Taggi
rielaborato da Renzo Sicco
in scena Angelo Scarafiotti e Salvatore Chillemi
video di Paulo Lagoela
regia di Renzo Sicco
UNO SPETTACOLO CREATO APPOSITAMENTE PER COLLEGNO
A 40 ANNI DALL’ABBATTIMENTO DEL MURO
Negli anni 60/70 arrivare al mare, anche solo quello della Liguria, non era facile come oggi e molti addirittura non l’avevano mai visto.
A quei tempi, dunque, avere una piscina era un po’ come avere il mare.
A Collegno, quarant’anni fa, la piscina era dove oggi c’è un teatro, dove oggi si trova la Sala Arpino. Così, “andiamo al mare”, a Collegno, si diceva per andare alla piscina dell’Arpino.
Poi, è finito il secolo e la piscina è stata chiusa. Ma, intanto, finalmente, la Torino-Savona, dopo lavori decennali, è stata terminata. L’autostrada la si può inforcare da Corso Francia e al mare, almeno a quello della Liguria, si può arrivare in un paio d’ore.
Dov’era la piscina hanno costruito un teatro e chi organizza gli spettacoli, ha deciso, in quel luogo di riportarlo, il mare, con uno spettacolo appunto.
Ti siedi, lo guardi e proprio lui, il mare, ti racconta la vita di coloro che sulle sue spiagge ci vivono, i pescatori.
Poi, siccome quarant’anni fa c’era la piscina ma anche “il manicomio”, quello più grande del Piemonte, ti raccontano anche quella storia. Non proprio quella del manicomio di Collegno, ma quella della mentalità di quegli anni quando, chi era un po’ diverso era considerato “matto” e, invece di accompagnarlo al mare o anche solo in piscina, lo si rinchiudeva nel manicomio e matto lo si faceva diventare per davvero.