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Assemblea Teatro
STORIA DI UNA BALENA BIANCA RACCONTATA DA LEI STESSA
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da un testo di Luis Sepúlveda
adattamento teatrale di Renzo Sicco e Gisella Bein
in scena Gisella Bein, Monica Calvi e Angelo Scarafiotti
video di Renato Di Gaetano
regia di Renzo Sicco
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Per tanti anni l’abbiamo conosciuta come Moby Dick, la leggendaria e mitica balena bianca. La sua storia ci è stata raccontata dagli uomini, da quei balenieri che le hanno dato la caccia.
Adesso, Luis Sepúlveda, scrittore cileno che dunque ben conosce le acque gelide del sud del mondo, ce la racconta con la voce e le parole di lei medesima. La stessa storia ma con un altro punto di vista. Da un’altra angolazione si percepisce il “carattere” distruttivo e violento dell’uomo, il suo non rispetto delle regole, dell’ambiente e delle minoranze autoctone, delle loro tradizioni e leggende salvifiche.
Una versione letterariamente alta, dalla scrittura ricca e dell’etica potente che ci riconcilia con le grandi leggi naturali, in un mondo che vuol tornare più attento alle tematiche ecologiche e al rispetto della convivenza. Un’attenzione questa di nuovo fortunatamente vivace nelle giovani generazioni.
Una storia di amore per la natura, raccontata dalla stessa voce della Balena Bianca. Una favola, come tutte le vere favole, adatta agli spettatori di tutte le età.
Da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia, a sud, molto a sud del mondo, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della balena bianca, l’animale mitico che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un’isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna, la creatura più grande di tutto l’oceano, ha conosciuto l’immensa solitudine e l’immensa profondità degli abissi, e ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà il compito che gli è stato affidato da un capodoglio più anziano: un compito misterioso ma cruciale, frutto di un patto che lega da tempo immemore le balene e la Gente del Mare. La grande balena bianca ha dovuto proteggere quel tratto di mare dai forestieri ora che altri uomini con le loro navi vengono a portare via ogni cosa anche senza averne bisogno, senza riconoscenza e senza rispetto.
Parole dolci e concrete. Parole adatte ai bambini, e agli adulti. Parole che sono un ponte tra Esopo e l’America Latina, parole che non saranno mai neutrali.
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