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Ricordo di Franca Rame di Renzo Sicco

15 marzo, 2017 - 11:20

Vivo da quarant’anni facendo teatro, ma non ho conosciuto Franca sulla scena.

Ho conosciuto Dario Fo, con cui per un pugno di giorni ho anche collaborato, ma ai tempi di Mistero Buffo quando lui viaggiava solo. L’ho vista, certo, in diversi suoi spettacoli, eppure mai lavorando con lei.

Ma l’avevo già conosciuta in tutt’altro contesto.

Franca Rame è stata un’attrice ma è stata anche una “combattente” di molte battaglie e tra queste di una che si rivolgeva ai più marginali, ovverosia ai carcerati.

“Soccorso Rosso” era l’organizzazione che lei rappresentava, occupandosi di fornire aiuto, sostegno e attenzione ai molti “combattenti” come lei, che per le lotte più diverse finivano nelle carceri d’Italia.
Poi, conoscendo sempre più l’universo carcerario, “Soccorso Rosso” ampliò il suo campo d’azione, capendo le necessità di tanti ultimi che senza soccorso erano destinati ad affondare e soccombere.

Erano gli anni ‘70 ed io ero un giovane volontario presso il carcere minorile di Torino Ferrante Aporti, dove con un giovanissimo Don Ciotti, col Gruppo Abele ed altri studenti come me, avevamo deciso di dedicare parte del nostro tempo al fianco di chi doveva ridare un senso al proprio.
Franca Rame e il “Soccorso Rosso” sono stati un faro, una sponda necessaria per diverse stagioni, per chi compiva quella scelta che incontrava la disattenzione e l’assenza di tutti, “rossi” inclusi. Il mondo carcerario, allora come oggi, era l’Istituzione totale più distante e distaccata dai processi tumultuosi di cambiamento di quegli anni. Così mi piace ricordarla, come una donna di coraggio che, nata nel ceto borghese, è stata capace di saper offrire speranza e presenza tra gli ultimi.

Il fatto che questa nuova sala di Rivalta di Torino Teatro sia intitolato a lei mi farà recuperare, con nuova intensità ed attenzione, anche la memoria della sua vita per la scena.

Renzo Sicco

Direttore artistico di Assemblea Teatro

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