Disegni realizzati dal vivo da Monica Calvi
Così ne parla Cuneo24
Ogni albero è la dimora segreta di mille creature. Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato. Anche dopo la sua morte i rami caduti, i tronchi in disfacimento, i ceppi bruciati offrono asilo e nutrimento ad una ricca quanto preziosa comunità vivente. La natura rinasce senza fine, rinnovandosi continuamente. L’uomo che piantava gli alberi è la traduzione teatrale dell’omonimo libro di Jean Giono: durante una delle sue passeggiate in Provenza, lo scrittore incontrò un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane, e che stava compiendo una grande azione, un’impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future: piantare querce in una landa desolata. Una storia positiva a volte apparentemente ingenua ma capace di un messaggio profondo: la riconciliazione dell’uomo con la natura. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia semplice ma esemplare che racconta “come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione”. Lo spettacolo vede in scena un’attrice recitante, accompagnata da immagini, create in diretta davanti agli spettatori con disegni su sabbia o segatura, arbusti e foglie e proiettate su di un grande schermo-fondale, e da suoni dedicati alla terra madre di Atom Heart Mother.
L’uomo che piantava gli alberi ( L’homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come La storia di Elzéard Bouffier, è un racconto allegorico che ha dato notorietà allo scrittore italo-francese Jean Giono, un’efficace parabola sul rapporto uomo-natura che ci ricorda come ”gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi, oltre la distruzione”.
Potrebbero certo, ma raramente lo fanno forse perché distruggere è molto più facile che creare: praticamente chiunque è in grado di distruggere un albero ma pochi hanno cuore, dedizione e intelligenza necessari per salvaguardarli e aiutarli a crescere.
Il testo torna in scena a due anni di distanza dal tragico rogo di Pedrogao in Portogallo, che causò la morte di 66 persone e degli incendi in Val Susa, che tennero tutti col fiato in sospeso, fortunatamente con conseguenze molto meno gravi per le persone.
La storia del pastore Bouffier ci rammenta, con ‘leggerezza’ e profondità al tempo stesso, il valore dell’albero e dell’attenzione alla natura (attenzione che passa sempre anzitutto dalle piccole cose); il testo e’ stato l’elemento unificante del ciclo Parole contro le Fiamme che ha coinvolto biblioteche, scuole, teatri, circoli, luoghi di cura.
Lo spettacolo e’ proposto in collaborazione con Barricalla, azienda alle porte di Torino, che opera per la tutela dell’ambiente smaltendo rifiuti altamente inquinanti.
Spettacolo inserito nel progetto comunitario INTERREG – Alcotra (201-2020) PLUF – Progetto Ludico Unificato per Famiglie