Tim Krabbè
Marcos y Marcos
Un libro lo si può trovare strano, anche se a consigliartelo è il libraio di fiducia, quello che ti consiglia sempre le pagine giuste.
“La corsa” è una lettura a tappe, anzi a chilometri. Ci si volta spesso, si va piano, si scrutano gli avversari…solo dopo si va in fuga. E tutti un po’ li si conosce, come nella vita di tutti i giorni, ma tutti possono nascondere qualcosa…Quindi, sempre all’erta.
Ogni bici ha una storia, ogni pedalata, in una corsa, può far pensare alla propria storia, a come sin lì si è arrivati. E, dopo, il piano, le lunghe salite, quelle che sfiniscono, che spezzano il gruppo in mille tronconi, che lasciano senza fiato, con la testa in panne e il cuore che pompa, fin giù, verso le gambe. E ogni gara è fatta di strategie, di corridori che dovrebbero comportarsi in un certo modo, di record da battere, colli da superare e discese su cui volare.
Strano libro, perlomeno per me…Insolito perché l’ho letto a chilometri, perché ogni tappa non mi invitava a continuare, bensì ad arrestarmi…ma mai a mollare la bicicletta. Insomma, un po’ come correre con Tim Krabbè, al suo fianco ma sempre un po’ dietro, o forse dietro la sua penna.
Una corsa, una delle tante, una corsa che per lui non ha altro fine che la vittoria…Ma per il lettore, per ogni lettore, sa aprire viaggi insperati e riflessioni lunghe un’intera notte.
Alberto Dellacroce