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DANTE’S INFERNO

20 novembre, 2015 - 10:00 Teatro Agnelli - via Paolo Sarpi 111

| Fascia d’età: 14-18 anni |

cineconcerto

Per i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, un nuovo progetto di Supershock si concentra sul film L’Inferno di Bertolini, De Liguoro, Padovan (1911), primo capolavoro del cinema muto italiano.
Ispirandosi alle stupende litografie di Gustave Doré, il film concepito in termini puramente visivi, narra con fedeltà (pur reinventandone la geografia) la prima cantica della Divina Commedia.
Un viaggio agli inferi in un crescendo di orrori e terribili rappresentazioni.
L’Inferno, per la sua complessità tematica e formale, implica inevitabilmente molteplici livelli di lettura e può essere proficuamente “abitato”, per usare una felice formula di Heidegger.
Uno spettacolo di contaminazione in cui la musica si pone in simbiosi con le sequenze filmiche che maggiormente esprimono le paure dell’essere umano e gli interrogativi legati alla dimensione disgregatrice del demoniaco e al senso del divino. Un lavoro che, concatenando in un montaggio sonoro incalzante e meditato i momenti più intensi del film, ne mantiene la pregnanza semantica e la ricchezza formale.

I lussuriosi trascinati dalla bufera, il petto squarciato di Maometto, la testa staccata di Bertrand de Born, la trasformazione dei ladri in serpenti, Lucifero enorme per l’impressione separata della pellicola, il bianco e il nero, accentuati da immagini al limite della visibilità si fondono con musica e parola.

La scrittura musicale e l’esecuzione live rock di Supershock, in una robusta e potente nuova formazione, confrontandosi con il complesso rapporto fra l’intramontabile tema del peccato e l’incredibile spettacolarizzazione dei mezzi espressivi, ha il potere di trasformare le immagini del film in una ossessione diabolica dove si ascoltano i più efferati dialoghi muti, e al tempo stesso far emergere la poeticità sottesa. Un’operazione quindi destinata ad un pubblico ampio e variegato per età e formazione culturale. Un’indagine appassionante sul versante oscuro dell’esistenza.
Uno spettacolo profondamente rappresentativo della modernità.

 

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