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Ultime novità sul caso Thomas J. Miller-El (maggio 2008)

28 giugno, 2012 - 17:42

Grandi novità nel caso di Thomas Joe Miller-El, che, come ricorderete, seguiamo da anni con grande partecipazione emotiva e concreta.
Dopo mesi di incertezza e di silenzio da parte delle istituzioni, lo scorso 19 marzo Thomas è stato convocato dalla Procura di Dallas e alla fine si è trovato costretto a patteggiare per evitare un processo già scritto, che lo avrebbe fatto ripiombare nell’orrore degli ultimi ventitre anni e, in caso di ricorso, gli avrebbe garantito al massimo il carcere a vita. Il motivo principale per cui un secondo processo si sarebbe concluso con una nuova condanna a morte è che gli avvocati d’ufficio di Thomas non hanno mai preso in considerazione la possibilità di un nuovo processo, anzi non lo hanno nemmeno preparato. Avevano semplicemente deciso di far firmare a Thomas questo ‘accordo’. Ciò che è duro è che a Thomas non hanno mai rivelato i loro progetti, evitando deliberatamente di comunicare con lui.
A seguito del patteggiamento, Thomas dovrà scontare altri anni di carcere, come se non bastassero i ventitre già trascorsi nel braccio della morte. Tuttavia sin da ora potrà presentare una ‘domanda amministrativa’ al Texas Board of Pardons and Paroles, in cui chiederà di essere rilasciato sulla parola dopo circa sette anni di detenzione. Solo se, ovviamente, la sua domanda verrà accolta.
Thomas è stato trasferito in un altro istituto di pena, che non è più un carcere di massima sicurezza: qui dovrà seguire un programma rieducativo e di riabilitazione. Ciò, già di per sé, dovrebbe significare maggior rispetto per la sua persona e condizioni detentive migliori di quelle in cui ha vissuto fino a oggi. Dunque una buona notizia, che però lascia comunque dell’amaro in bocca: Thomas, alla fine, per evitare la pena di morte è stato costretto a patteggiare senza poter dimostrare la propria innocenza, assecondando un sistema che non gli avrebbe concesso alternative reali. Negli Stati Uniti, purtroppo, accade spesso che per sfuggire al peggio si debba dichiarare la propria colpevolezza (pur senza essere colpevoli). Si chiama ‘patteggiamento’ questo metodo che i tribunali americani utilizzano per accelerare le procedure e ridurre gli alti costi dei processi. Thomas non poteva ‘permettersi il lusso’ di dimostrare la propria innocenza, visto che sull’altro piatto della bilancia c’erano il braccio della morte e l’iniezione letale.
Ora vi chiederete: “E i fondi raccolti?”. In parte sono stati utilizzati perché Thomas potesse arrivare fino a questo punto. Il resto verrà impiegato per sostenere le spese di un avvocato specializzato in domande di liberazione sulla parola. Ne è già stato contattato uno (e si spera sia quello giusto), grazie al quale Thomas, quando comparirà dinanzi al Texas Board of Pardon and Paroles, dovrebbe avere la possibilità di farcela.
Tuttavia i passi da fare e le spese da sostenere saranno probabilmente superiori e Thomas ha espresso chiaramente il suo rammarico di non poter fare al momento alcuna previsione esatta al riguardo. Ciò significa, in sostanza, che avrà ancora bisogno del nostro sostegno, sia finanziario che morale. Ma alla fine di questa lunga e penosa battaglia, egli saprà rendere conto anche della generosità estrema che lo ha circondato e fin d’ora si è premurato di ringraziare ciascuna delle persone che lo hanno aiutato a mantenersi in vita e a resistere in tutti questi lunghi e dolorosissimi anni.

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LA LUNGA MARCIA CONTRO LA PENA DI MORTE

La storia dell’abolizione della pena di morte è quella di una vittoria dell’uomo su se stesso. Di fronte ad un crimine feroce, nell’essere umano si risveglia l’istinto di morte. La legge del taglione è la risposta primitiva dell’uomo allo scandalo del crimine.

L’abolizione della pena di morte trova il suo fondamento nei diritti dell’uomo, il primo dei quali è quello alla vita. La storia dell’abolizione lo dimostra. Filosofi e teologi hanno sempre dibattuto sul tema della giustizia, se essa appartenga alla città di Dio o a quella degli uomini. A Cesare Beccaria, che si diceva discepolo degli enciclopedisti, va il merito di aver enunciato per primo nel 1764 questa proposizione di un’audacia intellettuale inaudita: “La pena di morte non è utile e neppure necessaria”.
Grazie a Beccaria, la questione si pone non più in in termini religiosi ma in termini politici affinchè i diritti dell’uomo siano proclamati come fondamento di qualunque società libera. La storia dell’abolizione, i suoi passi in avanti nel mondo sono perciò legati al progresso della libertà. Lo Stato totalitario non rinuncia al potere di mettere a morte il suddito. Disporre della vita degli uomini è la prova che il padrone dello Stato decide del destino di ciascuno, non esiste dittatura che non faccia ricorso all’operato del boia.
Per converso proclamare i diritti dell’uomo è superare la pulsione della paura. Nel mondo, i progressi compiuti negli ultimi 25 anni di abolizionismo, sono stati considerevoli.

Oggi, su 198 Stati membri delle Nazioni Unite, 133 sono abolizionisti in punto di diritto o in punto di fatto. In Europa, il bilancio è molto soddisfacente. Il continente europeo è oggi quasi completamente libero dalla pena capitale. Su 47 Stati europei, uno soltanto, la Bielorussia, che ha un regime totalitario, applica ancora la pena di morte. Quando si rifletta su quanto la storia europea sia stata macchiata da crimini atroci, specialmente nel corso del Ventesimo secolo, la vittoria riportata dall’abolizione della pena di morte assume tutta la sua portata morale.
All’interno dell’Unione Europea, il divieto ha valore di principio. L’abolizione della pena capitale è una condizione di adesione per tutti gli Stati candidati.
L’Unione Europea appare come la più ardente sostenitrice dell’abolizione della pena capitale nel mondo. Ciò è stato ribadito anche dalla recente iniziativa dell’Italia in occasione del voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha ottenuto una moratoria universale delle esecuzioni capitali.
Resta un certo numero di Stati, in particolare Cina, Stati Uniti, Iran, Pakistan, Arabia Saudita, i quali ricorrono alla pena di morte. Ma anche in alcuni di questi Paesi si intravedono segnali incoraggianti. In Cina, sono state introdotte alcune garanzie procedurali e negli Stati Uniti, in sette anni il numero delle esecuzioni si è dimezzato. La marcia verso l’abolizione universale è irreversibile.

da un intervento di Robert Badinter

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Due anni fa abbiamo sostenuto attivamente il caso di Thomas Joe Miller-El.

Siamo in grado di fornire a tutti coloro che aderirono o a tutti quelli che si professano contrari alla pena di morte, alcuni aggiornamenti sulla vicenda giudiziaria che ci sono pervenuti dai sostenitori della campagna.

AGGIORNAMENTO SUL CASO THOMAS J. MILLER-EL
(MARZO 2007)

Dopo la decisione della Corte Suprema del 13 giugno 2005 (con la quale è stato deciso di annulare la condanna a morte di Thomas e concedergli la revisione del processo), Thomas è stato trasferito nel Dallas County Jail, dove si trova tuttora in attesa di un nuovo processo.

Il procedimento è stato rimandato più volte, per diversi motivi; peraltro dopo le elezioni del novembre 2006 e la vittoria dei democratici, la composizione del’ufficio del procuratore di Dallas è completamente cambiata, dal District Attorney ai giudici. E’successo anche che uno degli avvocati d’ufficio di Thomas, nel frattempo nominato assistente del District Attorney, ha dovuto lasciare l’incarico per un evidente conflitto d’interessi. Sì è altresì dovuto provvedere ad affidare l’incarico del caso Miller-El di District Attorney ad un giudice di altra città, appositamente, per poter garantire un minimo di indipendenza nel delicato lavoro. Da notizie che giungono dal Texas, sembra che il processo slitterà al 2008. La realtà è che il caso Miller-El è divenuto molto imbarazzante e con preoccupanti implicazioni politiche e la conseguenza è proprio questo continuo rimandare la data del processo, con conseguenze devastanti per l’imputato, lo ricordiamo da ormai 21 anni in attesa di giudizio tra braccio della morte, esecuzioni rimandate e carceri di massima sicurezza.

I sostenitori di Thomas, nel frattempo, continuano ad organizzare raccolte di fondi per mezzo delle quali riescono ad aiutare Miller-El nella costosa difesa legale. Soldi che sono stati indispensabili fino ad oggi per permettere all’avvocato d’ufficio di incaricare degli specialisti affinché trovassero nuove prove da portare al processo d’appello – è noto infatti che le corti e i procuratori dispongono di mezzi finanziali con cui influenzare l’esito di un processo, mentre gli avvocati d’ufficio, indipendentemente dalla loro esperienza, hanno poche risorse per difendere i propri clienti. Se Thomas non potrà permettersi di incaricare della sua difesa un avvocato privato (che ovviamente dovrà essere pagato) potrebbe facilmente essergli inflitta una nuova sentenza di morte. 

LETTERE DA THOMAS J. MILLER-EL

Due uccelli, inseparabili, compagni, stanno appollaiati sullo stesso albero; uno mangia, l’altro osserva. Il primo uccello è il nostro “io” individuale che si nutre dei piaceri e dei dolori del mondo; l’altro è il nostro “io” universale che in silenzio osserva tutto”.
(Mundaya Upanishad) 

9 settembre 2002
lunedì mattina
ore 1.56 

Carissimo Renzo,
prima di ricevere la tua lettera che ci raccontava di Assemblea Teatro e del lavoro che state facendo per far conoscere e sostenere la nostra causa, non eravamo a conoscenza delle vostre meravigliose attività umanitarie.
Vi siamo immensamente grati per la vostra solidarietà, per la vostra amicizia e per il vostro supporto alla nostra lotta contro l’odio, il bigottismo, il razzismo, le discriminazioni, la corruzione e le violazioni dei diritti umani da parte dei governi e la loro “tolleranza” dell’ingiustizia senza il cosiddetto processo giudiziario.
Come è stato detto, la vita è come un giardino nel quale ogni piccolo gesto di bontà e di premura è come un piccolo seme… e quando si piantano questi semi… allora possono accadere cose meravigliose. Appaiono i sorrisi, i sogni fioriscono… e la vita, come fa l’amore, mette radici e cresce al di sopra e oltre la “cloaca” dell’odio e dei proclami della propaganda politica. E prima che tu te ne accorga, la felicità ti circonda.
Ci vuole molto sforzo e molta dedizione per prendersi cura del giardino della vita, ma tua e la tua compagnia teatrale siete tra quelle persone che hanno una particolare predisposizione per farlo. Continuate a coltivare questa vostra vocazione perché sono le persone come voi che rendono il mondo migliore.
Grazie di cuore!

Thomas J. Miller-El

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Cosa succederebbe se tu dormissi?
E se nel sonno sognassi?
E se nel sogno andassi in paradiso e lì raccogliessi un fiore bello e strano?
E cosa succederebbe se svegliandoti tu avessi il fiore in mano?
Ah, e allora? 

(Coleridge)

9:4 lunedì mattina 24 febbraio 2003 

Saluti Renzo,

il piacere della tua ultima lettera continua a far fiorire la dottrina dell’amore, della verità, della pace, della libertà e della giustizia nel nostro cuore illuminando il viaggio in questa nuova era che si avvicina a noi, in cui non esisteranno l’odio, la paura, la sofferenza e il dolore causato da varie forme di oppressione approvate dal governo e dalla società insieme ad altre malattie.
Nel libro abbbiamo potuto vedere chiaramente le facce torturate, debilitate e distrutte dall’avidità materialistica e dalla mancanza di cuore di chi ci governa e dei ricchi del mondo. Invece di preoccuparsi dell’umanità e di tutta la creazione coloro che hanno un falso senso del potere, che cambia a seconda delle condizioni, hanno deciso di adorare gli dei materialisti di questo mondo piuttosto che onorare lo spirito infinito di tutte le forme di vita.
E’ sorprendente come i nostri spiriti siano stati e siano ancora in grado di abbracciare e toccare il passaggio subliminale della presenza dell’amore universale. E’ come se potessimo vedere una verità che non è visibile da occhi umani. E’ come se ci fosse dentro di noi che abbiamo scelto di amare e non di odiare una onnipresenza omnisciente di cui noi automaticamente capiamo l’innata onnipotenza, come piantata in noi dal grande battito del cuore di tutta la vita. Abbiamo avuto e abbiamo visioni di un’età che sta per arrivare in cui dovremo unirci nello spirito, nella mente, nel corpo e nello spirito dell’essere, per uscire dalla vecchia era e portarne una nuova, in perfetta armonia con la legge divina, la legge universale e l’ordine ideale delle cose. Renzo, caro fratello. Siamo entrambi impegnati nello stesso lavoro. Grazie per rassicurarci, nello spirito di così poche parole … il significato del nostro lavoro, qui, là, ovunque.
Grazie per gli spettacoli che fate a Torino per la nostra causa, per le campagne passate e per quelle future. Sappi che il tuo nome, Renzo, rappresenta in essenza il simbolo spirituale dei nomi di voi tutti.
Amicizia eterna, amore e legami affettivi di vicinanza spirituale

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