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Quando l’automobile uccise la cavalleria

07 ottobre, 2013 - 14:18

Le giornate uggiose, come queste interminabili di inizio ottobre che stiamo vivendo, hanno un lato positivo: stimolano la lettura, anche di spessi romanzi.
Eccomi allora alle prese con Caponnetti e le sue 500 pagine che sanno davvero volare.
Un romanzo storico, se si vuole, ma scritto con tale freschezza e maestria da scorrere rapido e capace di incuriosire pagina dopo pagina. Quattro protagonisti le cui vite sono irrimediabilmente legate, quelle di Emanuele Bricherasio di Cacherano, Federigo Caprilli, Giovanni Agnelli e di un “nonno”.
Protagonista è la fine dell’Ottocento con tutto il suo portato rivoluzionario, il progresso che avanza e il mondo che vira. La cavalleria, la nobiltà (quella d’animo), l’automobile e la storia che incomincia a correre come non mai a suon di record di velocità. E tanti, tantissimi, cammei: Puccini, D’Annunzio, De Amicis, Pelizza da Volpedo, i Savoia, i Duchi d’Aosta, i Castelli di Miradolo, Agliè e Fubine, i corsi di Torino che nascono, cambiano e mutano nome, Roma e le sue campagne o la sua aristocrazia papalina, il Sud e quell’Unità mai arrivata.
La storia d’Italia si concentra così su di un mistero (che tutto sia vero o sia falso non lo si saprà nemmeno a fine corsa, ma è il nostro “autista” a dircelo sin dalla prefazione) un mistero che sembra anticipare quelli, e sono molti, della politica del Novecento. Però al centro, irrimediabilmente e fortunatamente, restano loro, i nostri 4 protagonisti, e con sorpresa mi scopro, per alcuni gironi, attorniato da questi 4 amici, 4 visioni del mondo, 4 idee di come, ieri come oggi, si può incontrare il nuovo e saperlo affrontare. Non vi sono buoni e cattivi, la grande abilità di chi scrive sta proprio nell’offrirci quattro uomini, tutti uno diverso dall’altro, ai quali possiamo tuttalpiù affezionarci.
Allora ci si può scoprire sognatori, e un poco socialisti, nobili d’animo e d’intenzioni, tenaci e arrivisti, forse un poco meschini ma legati al senso del dovere.
Non vi racconto nulla però delle gesta del cavaliere volante, delle corse di un giovanissimo industriale che non amava i cavalli, di un nobile, forse davvero l’ultimo, mecenate e all’antica, e di un nonno, che custodisce uno dei segreti dell’Italia moderna. Tutto questo dovete davvero scoprirlo.

GIORGIO CAPONETTI (Marcos y Marcos)

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