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Visibili percorsi, ricorsi invisibili (ovvero: illuminazioni a seguito della conferenza di apertura della Biennale)

05 marzo, 2019 - 18:14

Come state leggendo questo articolo? Certo, con gli occhi e con la mente, ma con che mezzo?
Computer? Telefono?
Come siete venuti a sua conoscenza?
Facebook? Sito? Passaparola?
Vedete quanti sono gli accessi alle informazioni al giorno d’oggi? Vedete quante sono le informazioni?  Se oggi avessimo bisogno di aggiornare il calendario degli spettacoli, ma, per qualche motivo, avessimo dimenticato il teatro in cui lo spettacolo si farà, ci basterà cercare il titolo dello spettacolo e la città ed ecco che avremmo la risposta – può sembrare incredibile – prima ancora di averla pubblicata, perché altri l’hanno già fatto altrove.
A ben pensarci, l’unico modo per scomparire, oggi, è quello di non esistere.
Tautologia? No. Uso termini del nostro millennio: “non esistere” = “sparire dai social e da internet”. Uso Messenger o Whatsapp, o leggo la sua bacheca facebook. Magari lo vedo impegnato in qualche spettacolo, vado a leggere la trama dello spettacolo. Scopro che tratta tematiche sociali, vado a informarmi in merito a quel particolare evento politico e così via all’infinito. Il bello è che non mi sono alzato dalla mia scrivania.
La meraviglia della rete!

Cosa ci porta a queste riflessioni, che potrebbero sembrare estemporanee? L’essere tornati dalla conferenza stampa che si è tenuta oggi al Teatro Regio in occasione della Biennale della Democrazia 2019.

Il titolo della Biennale è Visibile Invisibile. 20190305_111517

Vi ricorda qualcosa?

Mentre ci pensate, vi raccontiamo che il curatore della Biennale Gabriele Magrin, ha espresso i concetti di cui avete letto all’inizio dell’articolo, poiché, spesso, un sovraccarico di informazioni, ci porta a pensare di aver visto tutto, mentre invece esiste un intero mondo invisibile, che semplicemente sfugge al “mirino” della rete e dei social, ma “invisibile” non significa “inesistente”. Dobbiamo costantemente chiederci cosa effettivamente vediamo quando guardiamo e cosa non vediamo.
Spesso, infatti, come ha sottolineato il Presidente Gustavo Zagrebelsky, guardiamo senza vedere.20190305_111546

L’obiettivo della Biennale, continua il Presidente, è proprio quello di andare a illuminare le zone che sono rimaste oscure, che passano senza lasciare troppe tracce, o perché si vuole così, o perché non ne hanno la forza, mentre invece, se solo ci si fermasse a vedere ciò che pare invisibile, si potrebbe notare che hanno capacità di lasciare solchi così profondi, che nemmeno mille aratri in giorni di bel tempo potrebbero eguagliare.

Davvero: non vi risuona nessun campanello?

Qualcuno potrebbe pensare “L’essenziale è invisibile agli occhi.” Grazie, Antoine e grazie al tuo minuscolo alieno principesco. “Sì”, vi potremmo rispondere “abbiamo parlato anche di questo in uno spettacolo, ma non avete centrato il bersaglio”. (Peraltro, “L’essenziale è invisibile agli occhi” è uno dei titoli delle varie sottorassegne della Biennale. Visitate il sito e scoprirete ogni cosa.)

Ventidue anni fa, Gabriele Romagnoli scrisse un articolo in merito a una tragedia letteralmente invisibile. Noi ci appassionammo a tal punto che ne facemmo uno spettacolo che (a volte il Tempo dà veramente prova di grande acume) si chiama VisibilInvisibili.

Pazzesco, non trovate?

Ecco dunque che noi, che, sotto gli occhi di tutti, parlammo degli invisibili, torniamo a farlo dopo tanto tempo perché, come il titolo della Biennale dimostra, ce n’è ancora bisogno.

C’è bisogno che la gente esca da teatro facendosi domande, perché, come ha detto la Sindaca Chiara Appendino, gli invisibli pongono interrogativi alla gente.

E, giusto per dimostrarvi ulteriormente che a volte le cose sembrano accadere per un disegno preciso, Zagrebelsky ha affermato che ci deve essere un dialogo tra l’umanesimo e la scienza esatta, quella fatta di numeri e tecnologia. (L’ha detto in merito alla recente partecipazione alla Biennale del Politecnico di Torino)

Ora indovinate: in quale spettacolo attori in carne ed ossa dialogano con video proiettati su schermi?

Le premesse per un grande spettacolo ci sono tutte, nel bene (tutto ciò che avete appena letto) e nel male (a distanza di anni, ancora c’è diffidenza e sospetto nei confronti degli immigrati).

Non vi resta che venire il 28 marzo alle 21.00 al Teatro Le Musichall a Torino per VisibilInvisibili
Abbiamo anche altre date in programma:
il 30 marzo all’Auditorium Franca Rame di Rivalta (TO)
il 6 aprile alla Sala Polivalente di Bussoleno (TO)

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cartolina visibilinvisibili

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