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Parole spezzate

01 giugno, 2002 - 00:00

lettera aperta a Pinochet

 

tratto da “Carta abierta a Pinochet” di Marco Antonio De La Parra
riduzione scenica: Renzo Sicco
traduzioni: Lola Gonzalez Manzano e Renzo Sicco
regia: Lino Spadaro
interprete: Lola Gonzalez Manzano
musiche: King Crimson

 

Vorrei tanto che le vittime delle violazioni dei diritti umani in Cile e nel mondo riapparissero come per miracolo, vorrei potessero dirci dove sono stati seppelliti tutti questi anni e chi li uccise, perché nessuno li dimentichi.
L’amnesia, il grande male dei paesi vissuti nella dittatura, non può durare. Non si può dimenticare quel che è successo, perché il passato non è passato, ma è vivo, e continua ad essere vivo come se stesse accadendo in questo istante.

Josè Saramago

Dal 1973 al 1990 in Cile sono avvenute migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esilii. Tutto si concluse con il “Plebiscito” dell’89 proposto dalla stessa giunta pinochetista sulle crescenti pressioni della solidarietà internazionale. Nonostante il rifiuto nei confronti di Pinochet scaturito dal plebiscito, l’ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate e ottenne l’assegnazione, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità. Pinochet, oggi ultra ottantenne, protagonista tra il ’98, il ’99 e parte del 2000 della querelle giudiziaria internazionale iniziata il 16 ottobre 1998 a Londra dopo un’operazione di ernia lombare nell’occasione della quale fu messo in stato d’arresto nella camera super lusso dell’ospedale in cui era ricoverato. L’arresto fu chiesto dal giudice spagnolo Baltasar Garzon che cominciò la procedura d’estradizione per i crimini di genocidio, torture e per le desaparición che si verificarono durante la giunta militare guidata dal generale. Dopo oltre due anni ha ottenuto di essere processato nel suo paese. Rimpatriato con gli onori di un eroe dai suoi sostenitori, non potrà farsi scudo dell’immunità parlamentare quale senatore a vita poiché, con 13 voti a favore e 9 contrari, la Corte d’Appello di Santiago del Cile ha approvato il procedimento di “desafuero” del generale. Contro di lui sono state presentate finora 108 denunce per fatti di inaudita ferocia, tra i quali quelli della “Carovana della morte”, un reparto militare che a un mese dal colpo di stato per tutto il paese andò a caccia di oppositori fucilandone 74 senza processo.
Marco Antonio De La Parra autore teatrale, scrittore di novelle e racconti, giornalista e psichiatra con questa sua opera (non pubblicata in Italia) affronta i temi centrali del Cile di oggi scegliendo per la sua riflessione il personaggio più famoso e controverso della vita nazionale del suo paese nell’ultimo quarto di secolo trascorso. Lo fa con linguaggio trepidante e appassionato, incisivo e polemico. “LETTERA APERTA A PINOCHET” riempie un vuoto, recuperando il debito degli intellettuali cileni con la storia più recente del loro paese. L’opera si inscrive dentro alla nobile tradizione “J’accuse” di Emile Zola, rinverdendo l’esempio delle denunce vive di Pablo Neruda. Marco Antonio de la Parra è professore di drammaturgia all’Università Cattolica del Cile, è membro dell’Accademia di Belle Arti ed è stato responsabile culturale all’Ambasciata del Cile in Spagna durante il primo governo di transizione democratica.

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