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LIBRI E NON BOMBE

03 novembre, 2015 - 16:14

LEGGERE PUO’ CREARE INDIPENDENZA

In una bella libreria del centro di Torino mi si è aperto un gran sorriso leggendo su di una parete una frase scritta con i caratteri dei micidiali messaggi stampati sui pacchetti delle sigarette

LEGGERE PUO’ CREARE
INDIPENDENZA

Ho sorriso perché quella sagace ironia è riuscita ad allargarmi il cuore.
Ecco, mi sono detto, perché ogni sera regaliamo libri dopo i nostri spettacoli, perché ci piacciono spettatrici e spettatori che siano uomini e donne indipendenti.

Renzo Sicco

Al Teatro Agnelli prosegue la campagna LIBRI E NON BOMBE

 

VOLTA 2016

 

L’iniziativa si lega a doppio filo alla campagna internazionale #booksnotbullets (#librinonproiettili) voluta da MALALA YOUSAFZAI per i suoi 18 anni. Una campagna importante contro ogni guerra, contro ogni fondamentalismo, in favore di educazione scolastica e lettura.

Chi è Malala?
Il 9 ottobre del 2012, Malala Yousafzai, una ragazzina pachistana di 15 anni venne ferita al collo e alla testa, mentre tornava da scuola su un bus, da un miliziano dei Talebani. La sua colpa era l’impegno a favore dell’istruzione delle ragazze: aveva affidato alla Bbc il suo diario in lingua urdu nel quale raccontava la vita sotto i Talebani nella Valle di Swat. Quel giorno ha cambiato la sua vita e quella di molte altre bambine come lei, che sono scese in piazza per pregare per la sua vita, per rivendicare senza paura i loro diritti.
Per salvarla si mobilitò il Presidente Pakistano, quindi il mondo intero. Venne scelto l’ospedale Queen Elizabeth di Birmingham, in Gran Bretagna, dove subì una delicata ricostruzione del cranio e dal quale venne dimessa solo mesi dopo. Nel marzo 2013, Malala tornò a scuola, la Edgbaston High School di Birmingham, con il sorriso in faccia e la cartella rosa sulle spalle.
Da allora il suo impegno a favore dell’istruzione femminile ha subito un’accelerazione.
Storico il suo discorso alle Nazioni Unite nel 2013, dove in occasione del suo compleanno, sul capo lo scialle rosa di Benazir Bhutto, l’ex primo ministro pakistano assassinata da Al Qaeda nel 2007, mandò un messaggio ai Talebani, che “pensavano di zittirmi con una pallottola, ma non ci sono riusciti”. E un appello al mondo: “Un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo. Impugniamo i nostri libri e le nostre penne, che sono loro le nostre armi più potenti”.
E’ una delle sue frasi più celebri, tradotta in più di 100 lingue, scelta anche come una delle tracce per il tema di cultura generale della prima prova della Maturità. Due anni dopo il terribile attentato, Malala Yousafazi viene insignita del premio Nobel per la Pace. In quel preciso momento è “a scuola, come sempre”.
Quando Malala compie 18 anni li festeggia con un hashtag su Twitter, #booksnotbullets, accompagnato da un chiaro messaggio ai potenti del pianeta: spendete per i libri, non per le pallottole, non per le armi. Non ha chiesto regali, solo ha richiamato tutti a sostenere attivamente la causa dell’alfabetizzazione perché “l’istruzione è la vera arma per il cambiamento”. La campagna #booksnotbullets è accompagnata da una foto della giovane con “Il diario di Anna Frank” in mano. Secondo Malala, le spese militari che nel mondo vengono accumulate in otto giorni basterebbero per garantire 12 anni di istruzione primaria e secondaria a tutti i bambini del pianeta. Trentanove miliardi di dollari all’anno “possono sembrare una cifra enorme, ma in realtà non è così”, ha detto la ragazza, sostenendo che è questa la somma che il mondo destina in otto giorni alle spese militari.

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