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EL TIEMPO – intervista a Renzo Sicco

17 ottobre, 2012 - 22:35

EL TIEMPO – intervista

1) ¿Cómo define usted a Assemblea Teatro y por qué se mantiene vigente el grupo desde 1977, quienes lo conforman?
Assemblea Teatro è una delle più longeve compagnie del Teatro Indipendente in Italia. Prende forma nel 1967 da un gruppo di studenti e intellettuali attenti ai nuovi nascenti movimenti culturali e politici di quegli anni e da subito si caratterizza per il suo impegno a favore degli operai e dei marginali. Importante uno spettacolo contro la detenzione negli ospedali psichiatrici (allora chiamati manicomi) per i malati di mente.
Da allora si occupa di teatro pedagogico per ragazzi e scuole, di teatro musicale, collaborando con artisti rock italiani ed internazionali (Peter Gabriel, David Sylvian, Banco del Mutuo Soccorso), di teatro e letteratura collaborando con importanti firme internazionali: Italo Calvino, Erri De Luca, Massimo Carlotto, Luis Sepúlveda, Hernan Rivera Letelier, Eduardo Galeano, Marco Antonio De La Parra, occupandosi sempre di mantenere viva l’attenzione sui drammi sociali e sulla memoria.

2) ¿Cuál es la línea de teatro que le gusta trabajar en las tablas y por qué?
Sul palcoscenico le esperienze e i linguaggi sono molteplici, dal teatro forum, al teatro di espressione corporea, al teatro danza, al teatro di parola, alla drammaturgia per ragazzi e bambini. Assemblea Teatro è una compagnia eclettica e per questo annovera tra i suoi ospiti e collaboratori danzatori come Lidia Azopardi e Cesc Gelabert o Bob Curtis, ma anche musicisti come Max Vandervorst o Karl Potter o artisti e pittori come Vasco Bendini, Ugo Nespolo, Coco Cano e molti altri.
Tutto questo perchè la compagnia ama continuamente sperimentare nuovi linguaggi e non vuole cadere in un cliché ripetitivo nel desiderio di non annoiarsi ma soprattutto di non annoiare, per sorprendere sempre il pubblico.

3) ¿Siendo europeo por que su interés en montajes sobre realidades de América Latina?
Appartengo ad una generazione di europei che è cresciuta affascinata dalla lettura di scrittori come Gabriel Garcia Marquez, Vargas Llosa, Manuel Scorza, Julio Cortazar e pertanto il fascino non solo del realismo magico ma di tutta la cultura sudamericana è stato sempre molto forte.
Così come ugualmente forte per la mia generazione è stato l’impatto emotivo del bombardamento della Moneda e dello stadio di Santiago de Cile trasformato in una enorme prigione a cielo aperto nel 1973.

4) ¿Por qué traer a Colombia: Mas de Mil jueves, Viva la vida y apartes de la divina comedia?
“Mas de mil jueves” è uno dei risultati di questa nostra attenzione ai drammi provocati dalle orribili dittature latinoamericane. Il dovere della memoria si unisce all’importanza di raccontare il coraggio straordinario di questo gruppo di donne a cui è stata strappata la carne, perché per una donna il figlio è la sua carne.
“Viva la vida!” è invece raccontare il Sud America attraverso un’icona perché Frida Kahlo è al femminile quello che Che Guevara rappresenta al maschile. E’ il simbolo della donna latinoamericana figlia del meticciato imposto dai conquistatori ma che sa ricostruire attraverso la propria forza e il proprio coraggio una nuova forte identità.
E visto che siamo sul terreno dell’identità se, come il mio amico scrittore Luis Sepúlveda fa dire ad un suo personaggio in esilio, “la nostra lingua, ovunque noi siamo o ci troviamo, è la nostra patria”, ecco che leggere “Dante” è per noi occasione di offrire un’immagine vera, oltre il gossip di questi ultimi anni, di cos’è la bellezza dell’Italia.

5) ¿En que puntos convergen estos monólogos?
I monologhi convergono nel produrre una estrema emozione nello spettatore. Per la bravura dell’interprete, per la semplicità, ma al tempo stesso l’intensità, della regia, per la straordinarietà delle storie e dei personaggi.
Regalare emozione oggi è la ricchezza del teatro, che non vive come il cinema di effetti speciali ma bensì dell’artigianale rapporto con lo spettatore.

6) Cuánto duro la dirección para lograr estos montajes, cuánto duran en escena, y qué ha sido lo más difícil?
Ogni lavoro è un percorso a se’ ma in media uno spettacolo tra ricerca, scrittura del testo e messa in scena occupa un periodo di sei mesi, un anno.
Ognuno degli spettacoli dura poco più di un’ora. Il tempo di attenzione di uno spettatore medio oggi. La televisione ha molto frantumato la nostra percezione del tempo e non siamo più abituati a fruire di opere troppo lunghe.

7) ¿Por qué escoger a Anapaola Bardeloni para interpretar estos monólogos?
Annapaola Bardeloni è una doppia risorsa. Primo perché è una bellissima persona ed è un’attrice straordinaria. In secondo luogo è nata in Italia, dove vive a Savona, vicino a Genova, ma è di madre uruguayana e ha sempre respirato aria latinoamericana. Queste storie le appartengono per sangue, latte e carne, e questo rende la sua rappresentazione potentissima.

8) ¿Cómo lograr mantener la atención de un público durante un monólogo?
Un monologo deve avere il ritmo del cuore, deve essere necessario. In Italia e nel mondo si allestiscono molti monologhi perché è più semplice lavorare in pochi, ed è più economico dentro la crisi. Assemblea Teatro realizza un monologo sulle madri, che è una storia collettiva, perché è importante far capire che il dolore di una madre si attenua e lenisce nell’unione della lotta, ma quando si chiude la porta di casa esplode in tutta la sua solitudine.
9) Cómo se logra a través de un monólogo representar una tragedia mundial como lo fue la desaparición de los hijos de las madres de mayo?
Questo lavoro è stato importantissimo in Italia e in Europa perché ha contribuito a rompere il muro del silenzio attorno alla tragedia dei desaparecidos.
E’ stato importantissimo quando lo abbiamo presentato nel 2000 a Buenos Aires perché il fatto che un gruppo italiano parlasse di questo argomento ha dato autorevolezza e verità alla denuncia.
Molti giovani attori argentini hanno allora capito e avuto il coraggio di fare teatro attraverso la storia del loro paese. Un teatro per la memoria, per la verità e la giustizia.

10) Qué expectativas espera generar en el público colombiano?
Mi auguro che i colombiani si emozionino e siano aiutati a pensare attraverso quanto veniamo a raccontare e mi auguro altresì che come gli altri popoli latinoamericani che abbiamo conosciuto ci rendano emozioni e storie da raccontare.

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