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in occasione dell’Anniversario della Liberazione
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Assemblea Teatro
L’INAFFERRABILE
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testi di Gian Paolo Ormezzano e Pino Cacucci
adattamento di Renzo Sicco
con Luca Occelli ed Angelo Scarafiotti
voci fuori campo di Gian Paolo Ormezzano, Lino Spadaro, Luisella Tamietto, Renzo Sicco, Angelo Scarafiotti, Roberta Fornier
regia di Lino Spadaro e Renzo Sicco
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Età: dagli 8 anni
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Senza memoria si cancella la storia di una società, non esiste la capacità di comprendere il passato, di interpretare il presente e di progettare il futuro. Lo spettacolo narra di Louis Chabas, detto Lulù, partigiano francese in terra di Langa, rievocato con grande scrittura da Pino Cacucci. Così come parla di Gino Bartali, il campione che non volle essere eroe e mai raccontò in vita dei tanti ebrei da lui salvati. Ne scrive il suo amico Gian Paolo Ormezzano. Uno spettacolo che riafferma, senza retorica, e con estrema leggerezza e anche ironia, l’importanza di alcuni valori fondanti la nostra storia e la nostra cultura necessari alla nostra vita quotidiana. Ora che molti partigiani non ci sono più, bisogna sentire l’esigenza morale e civile di raccontare le loro vicende senza retorica ma con la capacità di ricomporre le storie creando in chi ascolta l’attesa e il desiderio di conoscerle.
Piccole e grandi storie si intrecciano nel quotidiano perché le vicende dei protagonisti, i loro ideali, le loro motivazioni, le loro ingenuità e il loro coraggio sanno ancora parlarci.
Tocca a chi, come noi, ha raccolto quelle testimonianze tramandarle ai più giovani. Tocca a noi spiegare la tragedia della guerra e le scelte dolorose che quella generazione ha dovuto compiere, convinti che proprio il generoso esempio partigiano possa essere ancora utile ai giovani d’oggi che vivono in un periodo di grande dissoluzione degli ideali e che possono imparare il senso di responsabilità, di lealtà, di generosità proprio dal nostro passato recente.
I racconti dei protagonisti e le testimonianze dirette non sono più possibili, allora è bene che nasca e fiorisca la memoria di seconda generazione, attraverso coloro che le hanno sentite raccontare da chi le aveva vissute con l’esigenza di continuare a farle conoscere.