8 agosto 2009, ore 21.00
Prali - Miniera Paola
Il concerto si terrà nel Piazzale esterno
LO SPETTACOLO DELLA MINIERA
Simone Cristicchi e il Coro dei Minatori di Santa Fiora entrano
in
“CANTI DI MINIERA, D’AMORE, VINO E ANARCHIA”
omaggio ai minatori e alla loro terra

Nello scorso ottobre siamo saliti a Prali per festeggiare con tutto il gruppo di Scopriminiera un compleanno speciale: 10 anni di attività dell’Ecomuseo, 250.000 visite, migliaia di spettatori che hanno amato e incontrato il teatro a un chilometro e mezzo di profondità nel cuore della terra.
Si festeggiavano alcune buone idee e una scommessa: idee vincenti e una scommessa assolutamente vinta. Ora, come dei buoni scalatori, ci si rialza sui pedali e si sale nuovamente la Val Germanasca. Con noi nuovi amici, Simone Cristicchi, 14 minatori di Santa Fiora e naturalmente i vecchi minatori della Paola e della Gianna.
A loro l’onore di “accompagnarsi” in miniera per conoscersi e ascoltarsi, in quel silenzio che così bene conoscono, mentre fuori, sul piazzale antistante alla Casa coloniale della Miniera, un grande spiazzo capace di accogliere centinaia di persone, in serata, andrà in scena "Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia” - omaggio ai minatori e alla loro terra. Affrontando temi attuali come il precariato e le morti bianche, ci si immergerà nelle gallerie del passato e si scaverà nella memoria, riportando alla luce preziosi minerali sepolti: le storie e le canzoni di una tradizione che non può andare persa. Maestro di cerimonie un allegro e travolgente Simone Cristicchi già vincitore del festival di Sanremo 2007.
Lo spettacolo è organizzato dall’Ecomuseo Scopriminiera e da Assemblea Teatro con la collaborazione del Consiglio regionale del Piemonte.
Lo spettacolo
"Nel corso dei passati due anni ho avuto occasione di incontrare l'affascinante mondo della musica popolare. Il frutto di questo innamoramento ha portato a volte anche a stravolgere il mio repertorio, chiamando a suonare con me, in alcuni concerti speciali, suonatori di organetto, zampogne e percussionisti, poi i Minatori del Coro di Santa Fiora. Una particolare collaborazione questa, in cui canto brani del loro repertorio e che, allo stesso modo vede il Coro interpretare anche un brano del mio repertorio:La Filastrocca della Morlacca. Ci sarà naturalmente anche un momento per le mie canzoni e anche qualche anticipazione dal mio terzo album che uscirà a ottobre."
Simone Cristicchi
“ Quando nel 2007 vinsi il Festival di San Remo, pensai bene di non montarmi troppo la testa, di restare con i piedi ben saldati per terra. Oggi credo di aver fatto ancora di più. Sono sceso sottoterra: in una Miniera.”
La fatica, la tristezza e la rabbia per una condizione di lavoro inumana che spesso troncava le vite di chi lavorava in miniera, non trovano spazio nei versi di questo repertorio. La paura di andare sotto terra e la consapevolezza di non sapere se se ne sarebbe usciti, veniva esorcizzata attraverso l’allegria delle canzoni, interpretate tutti insieme come in un antico rituale, lasciando in fondo alla miniera gli abiti da lavoro sudici e sporchi di fango, mettendosi il vestito nero della festa e le scarpe buone, riunendosi il sabato sera all’osteria, dove tra canti e suoni sbocciavano gli amori.
Dice Cristicchi: “Oggi, cantare insieme al Coro dei Minatori di Santa Fiora, rappresenta per me l’ennesima sfida, un deragliamento positivo fuori dai binari del consueto iter discografico, che finisce solitamente per diventare fredda routine”.
Con il nuovo progetto-spettacolo “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia”, Simone Cristicchi torna a sorprendere e a suonare dal vivo accompagnato da un insolita band: i 14 elementi del Coro dei Minatori di Santa Fiora, un gruppo di età compresa tra i 19 e gli 80 anni, che sarà al suo fianco per un Tour che attraverserà tutta l’Italia, a partire dal 1 Maggio.
L’idea nasce qualche mese fa, quando Cristicchi - coadiuvato dall’amico cantautore Pinomarino - scopre che a Santa Fiora, un piccolo paese sulle pendici del Monte Amiata, esiste un gruppo di musica popolare che ripropone il vasto e originale repertorio di canzoni tradizionali locali. Canzoni tramandate proprio dai minatori santafioresi, che erano soliti interpretarle nelle occasioni di festa e di lotta, nelle osterie o nelle piazze del paese: lì dove il canto diventa gioia e condivisione.
Così Cristicchi diventa un “Minatore”, diviene parte integrante del coro, interpretando canti di un mondo buio e poco conosciuto, immergendosi nelle atmosfere che “soltanto la musica popolare è in grado di creare, qualcosa di magico, che trasporta nel passato, che rende manifesto e nitido il legame profondo con un patrimonio che è dentro di noi, nascosto nella “miniera” dell’ anima”.
INGRESSO INTERO € 10
Info
SCOPRIMINIERA
Loc. Paola – 10060 Prali (TO)
Tel./Fax 0121.806987 - Cell 346.3003551
Prevendita Biglietti
Abbiamo imparato dalle formiche per lo scavo nel corpo che sta sotto i nostri piedi.
Abbiamo spinto i nostri operai nei cunicoli del buio fradicio, con l'ombra inchiodata al soffitto dalla lampada bassa, curvi alla raccolta del materiale tiepido e coetaneo d'infanzia del pianeta.
Il sottosuolo è grembo di madre ridotta in schiavitù. Delle schiere di figli ne abbiamo sacrificati uno su mille, e a dirla millesima, la parte suona leggera. Quando la vedi esplosa, soffocata, crollata a migliaia di vite dentro le gallerie, sai di preciso che anche loro, i nostri uomini, erano minerali, erano combustibile per l'energia erogata in superficie.
Erri De Luca
Il mio innamoramento per la tradizione della musica popolare italiana, risale a un paio di anni fa, ed è dovuto all'incontro con Ambrogio Sparagna e la sua Orchestra, che mi ha permesso per la prima volta di cimentarmi con un repertorio sconosciuto e lontano. Quasi immediatamente, immergendomi nelle atmosfere che soltanto la musica popolare è in grado di creare, ho avvertito qualcosa di magico, che trasporta nel passato, che rende manifesto e nitido il legame profondo con un patrimonio che è dentro di noi, magari ben nascosto, occultato nella “miniera” dell' anima. O forse del nostro Dna.
Anni fa iniziai un percorso legato alla “profondità” (della mente, in quel caso), ricercando con pazienza testimonianze e luoghi legati all'istituzione manicomiale, intervistando centinaia di persone, imparando l'importanza di fermarsi ad ascoltare l'altro. Un insegnamento che, credo mi abbia portato a questo nuovo appuntamento, dove la Miniera è un “altrove” di storie ancora oggi poco frequentate, un mondo ancora troppo sconosciuto che nelle mie intenzioni diventa metafora della vita e della condizione dell'essere umano. Così come il Manicomio, la Miniera è un’ Istituzione totalizzante. Entrambi imprigionavano gli uomini, denudandoli, privandoli di una propria identità, rendendoli dei numeri.
Se immagino un minatore, vedo solo gli occhi, come isole bianche in mezzo al mare nero della faccia. Più difficile è immaginare il suo sorriso.
La cosa interessante dei loro canti, è che sono tutt'altro che tristi!
La fatica irraccontabile, la tristezza e la rabbia per una condizione di lavoro inumana che spesso troncava le vite di chi lavorava in miniera, non trovano spazio in quei versi. La paura veniva esorcizzata attraverso l'allegria delle canzoni, tutti insieme come in un antico rituale, lasciando in fondo alla miniera gli abiti da lavoro sudici e sporchi di fango, mettendosi il vestito nero della festa e le scarpe buone. Così, il minatore come un novello Gesù Cristo sbarbato e pettinato, usciva da quei pozzi profondi, risorgendo alla vita, cantando al sabato sera insieme ai suoi compagni riuniti nell'Osteria di Natalina...magari una di quelle sere strizzava l'occhio alla bella Rosina, tra canti e suoni sbocciavano gli amori e si tirava avanti così, finchè c'era da scavare.
Oggi, cantare insieme al Coro dei Minatori di Santa Fiora, rappresenta per me l'ennesima sfida, un deragliamento positivo fuori dai binari del consueto iter discografico, che finisce solitamente per diventare fredda routine. Questa nuova occasione di ricerca e di crescita nasce da una piccola scintilla e ha dato inizio a una vera “combustione”, un incontro fatto di spontaneità e grande entusiasmo che durante i concerti diventano così contagiosi, da trasformare magicamente ogni luogo in una grande Osteria! Dopo il mio ingresso nel Coro, grazie ad Antonio Pascuzzo che ha fatto incrociare le nostre strade, sono stato subito accolto da Lucio Niccolai, Renzo Verdi - il Sindaco di Santa Fiora- Lino, Giuliano e tutti gli altri componenti, con un affetto talmente grande e sincero, che spero col tempo di ricambiare.
Certo, il mondo patinato e spesso fasullo della musica leggera dal quale provengo, è lontano anni luce dalla purezza e dall'energia particolare che vivo sopra e sotto il palco, in compagnia del Coro. Qui si canta per mantenere viva una memoria, anche semplicemente per ritrovarsi a fare una “merenda”; ma soprattutto perchè fa sentire vivi e partecipi di una collettività, o come direbbe Balducci, di un “Villaggio”. L'accoglienza e la curiosità che questo progetto sta riscuotendo tra gli addetti ai lavori, e l'affetto sincero del pubblico che viene agli spettacoli, non può che riempire di gioia; perchè tutto ciò permette a questa piccola parte di storia sia di godere di nuova linfa, ma soprattutto di non essere dimenticata.
Quando vinsi il Festival di Sanremo, pensai bene di non montarmi troppo la testa, di restare con i piedi ben saldati per terra. Oggi credo di aver fatto ancora di più. Sono sceso sottoterra in una Miniera, chiedendo di diventare anche io un “minatore”, che scava nelle gallerie infinite della memoria, cercando di riportare alla luce preziosi minerali nascosti, sepolti nella terra e nell'oblio del mondo contemporaneo.
La mia profonda stima e gratitudine va alle persone straordinarie che fanno parte del Coro dei Minatori di Santa Fiora che, animate dal grande amore per il proprio territorio e per le tradizioni radicate nel passato, regalano ogni volta la magia dei canti di questo straordinario ed emozionante repertorio, tenendo accesa e “viva” la luce di quelle vecchie lampade ad acetilene.
Simone Cristicchi |