Informativa Cookie

Associazione Quaranta: il Laboratorio Teatrale all’Istituto Pacinotti

05 settembre, 2025 - 09:12

***

Associazione Quaranta

Relazione finale del Laboratorio Teatrale,
musicale e artistico
“Prevenzione della dispersione scolastica”

***

Il nostro laboratorio di teatro, musica e arte è stato pensato per far parlare i ragazzi con chi li educa. Abbiamo usato l’arte per aiutare i ragazzi a immaginare il loro futuro e a pensare a come possono cambiarlo.

PAC-4aa PAC-4ba

Obiettivi e metodo
Volevamo che i partecipanti capissero che fare il percorso insieme è più importante del risultato finale. Abbiamo usato un metodo educativo che dà importanza alle emozioni e alla creatività, aiutando i ragazzi a esprimersi con l’arte.

PAC-6aa PAC-5aa PAC-4aa PAC-3aa PAC-2aa PAC-1aa

Attività svolte
Abbiamo fatto attività creative con video, recitazione, musica e movimento. Abbiamo anche letto e creato per pensare al futuro e riflettere su temi attuali, valorizzando la diversità. Gli studenti hanno assistito a spettacoli teatrali, imparando e riflettendo su temi importanti.

PAC-5ba PAC-5aa

Conclusioni
Il laboratorio è stato un’esperienza importante. I ragazzi non solo hanno creato opere d’arte, ma hanno anche imparato a lavorare insieme e a esprimere le loro emozioni, prevenendo l’abbandono scolastico. Hanno migliorato le loro abilità artistiche e sociali, sviluppando nuove amicizie e fiducia in sé stessi.

PAC-6ca PAC-6ba PAC-6aa

Riflessioni finali
In futuro, è importante continuare a usare l’arte per educare e includere. Il nostro laboratorio ha dimostrato che la creatività e la collaborazione sono essenziali per affrontare le sfide del mondo di oggi. Vogliamo continuare a sostenere progetti che coinvolgano i giovani in esperienze di crescita personale e di comunità.

PAC-6da PAC-6ea

In sintesi, il laboratorio ha aiutato a prevenire l’abbandono scolastico e potrebbe essere un esempio per altre comunità. Abbiamo raccolto feedback per migliorare e ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito: insegnanti, artisti, genitori e, soprattutto, i ragazzi. Crediamo che investire nell’arte e nell’educazione sia fondamentale per costruire un futuro migliore.

 PAC-4da

Grazie a tutti,
la coordinatrice del team
Cristiana Voglino

Il team è stato composto da Cristiana Voglino, Fabrizio Mirra, Angelo Scarafiotti, Tiziana Catalano, Alberto Barbi, Elena Cavallo, Chiara Biancardi. Il progetto ha avuto la supervisione di Renzo Sicco.

 

PAC-4caI docenti del Laboratorio

***

***

nel mare ci sono i coccodrilli-ROLLING

I coccodrilli nel mare

Dopo la visione di Nel mare ci sono i coccodrilli per le 5 classi seconde, il più piccolo e vispo tra gli alunni ha chiesto di potersi complimentare con gli artisti per l’intensità del racconto presentato, dichiarando di essere molto impressionato dalla memoria e dalla serietà del materiale proposto e ha chiesto quanto sia stato difficile interpretare temi così densi. A fine giornata anche il docente di religione ha sottolineato l’intensità della materia presentata e l’importanza di averlo fatto per questi ragazzi.

Renzo Sicco

Renzo Sicco - Maglione-To-settembre 2021-2a

***

 

Per crescere ancora

Il percorso laboratoriale è stato lungo e stimolante dal punto di vista anche della mia crescita personale.

Le proposte offerte alle classi della Scuola Secondaria di Primo Grado, Pacinotti, in particolare alle classi terze, con cui ho lavorato insieme ai colleghi e alle colleghe coinvolti nel progetto, sono state ampie e stimolanti.

Mi sono trovata a negoziare ogni volta in base agli studenti e alle studentesse di ciascuna classe, e spesso ho dovuto procedere per sottrazione.

Ho osservato inizialmente molte difficoltà da parte dei ragazzi nell’ascolto e nel mantenere l’attenzione, con differenze significative quando in classe era presente un docente della classe motivato che si metteva in gioco insieme a loro.

Nella seconda parte del corso, ho seguito solo una classe terza e ho avuto conferma del potenziale che il teatro offre per aiutare questi ragazzi/e a diventare più coesi, a conoscersi e a rafforzare le proprie capacità.

Nonostante le difficoltà iniziali già espresse, ho riscontrato una crescita e un cambiamento da parte di ciascuno di loro

Il potenziale individuale e del gruppo si è dimostrato alto e le sensibilità di ciascuno lascerebbero spazio a esperienze di crescita e arricchimento ancora più profonde di quanto realizzato.

Elena Cavallo

Elena Cavallo-Non-esisto-ph-Renato-Di-Gaetano-05a

***

Un percorso a misura di ciascuno

Quando Associazione Quaranta mi ha chiesto di collaborare al percorso didattico con i ragazzi della scuola Pacinotti ho preso tempo. Ho dovuto riflettere. Mi sono chiesto se sarei stato capace di ritrovare le energie necessarie. I ragazzi di quell’età richiedono un’attenzione e una forza nell’interazione che forse non possedevo più. Poi abbiamo cominciato. E non nego che all’inizio il rodaggio è stato difficile. Qualche fallo di ostruzione, un po’ di caos (molto caos a volte) e la difficoltà di ritrovare la giusta sintonia e il giusto ritmo con un’attività formativa che chiede il massimo impegno, attenzione per ogni singolo partecipante e per il gruppo – mi hanno messo alla prova. Ma poi, intrapreso il cammino più adatto, abbiamo lavorato molto bene insieme, soprattutto quando abbiamo potuto concentrare il lavoro sulle singole classi. Le riflessioni sul cambiamento che vogliamo nel quartiere, a scuola e tra ragazzi sono state acute e puntuali e hanno permesso di costruire insieme un piccolo percorso di restituzione spettacolarizzato che ci ha concesso di raccontare ciò che i ragazzi hanno abilmente sottolineato. Le loro legittime richieste di migliorare luoghi e relazioni all’interno dei loro spazi di condivisione – che si tratti del loro quartiere o della scuola o del rapporto con gli adulti – vanno certamente ascoltate. Sta a noi adulti cogliere il meglio del loro lavoro.

Il mio personale ringraziamento va naturalmente ai docenti tutti per il loro sostegno e ai ragazzi che, con qualche incertezza e molta generosità, hanno realizzato un ottimo risultato. La loro umanità e la loro vivacità rappresentano un patrimonio che deve essere indirizzato e non disperso. Per questo mi auguro che ciascuno di loro trovi la strada per essere capace di incidere in quel mondo che non sempre li aspetta e che a volte non appare costruito a loro misura.

Angelo Scarafiotti

Angelo Scarafiotti-alba 23 giorni di luce-6 ago 25

***

Sull’esperienza di insegnamento del teatro di movimento alla scuola media Pacinotti

Durante il percorso di insegnamento del teatro di movimento presso la scuola media Pacinotti, ho avuto l’opportunità di lavorare con un gruppo eterogeneo di studenti, molti dei quali sono di origine extra europea. Questa esperienza si è rivelata molto interessante e ricca di sfide, ma anche di soddisfazioni. Nel corso delle lezioni, ho potuto osservare che alcuni ragazzi si sono distinti per entusiasmo, impegno e capacità espressive, dimostrando di aver compreso e apprezzato le tecniche di movimento e di improvvisazione proposte. Questi studenti hanno mostrato grande sensibilità e creatività, contribuendo attivamente alle attività di gruppo e dimostrando un buon livello di partecipazione. D’altra parte, alcuni studenti si sono dimostrati più indifferenti o hanno incontrato difficoltà nel seguire le attività proposte. In alcuni casi, sono emersi comportamenti problematici, che hanno richiesto un’attenzione particolare per favorire un clima di rispetto e collaborazione. Tuttavia, anche in questi casi, ho cercato di coinvolgere e motivare tutti, adattando le attività alle diverse esigenze e capacità. La maggior parte degli studenti coinvolti proviene da contesti culturali diversi, il che ha arricchito il gruppo con una varietà di prospettive e approcci al teatro e al movimento. Questa diversità culturale ha rappresentato un valore aggiunto, permettendo di esplorare diverse espressioni artistiche e di favorire un dialogo interculturale. In conclusione, questa esperienza mi ha insegnato l’importanza di essere flessibile e paziente, di valorizzare le differenze e di stimolare ogni studente a esprimersi al meglio delle proprie possibilità. Sono convinta che il teatro di movimento possa essere uno strumento molto potente per favorire l’inclusione, la crescita personale e il rispetto reciproco.

Grazie per l’attenzione,

Tiziana Catalano

Tiziana Catalano-Tutte le donne del Re

***

Quando l’ironia parla più dell’italiano: un diario di teatro nelle scuole medie

Entrare in una scuola media con una proposta teatrale è, spesso, come entrare in punta di piedi in una casa non tua. Sei lì per proporre un’attività che nessuno ha scelto. Non i ragazzi, a volte neppure o non sempre i docenti. Eppure ti trovi davanti a un gruppo di adolescenti, che adolescenti non sono ancora del tutto, ma nemmeno bambini si trovano. In quell’età di mezzo in cui il corpo cambia troppo in fretta, e la mente si affanna a stargli dietro, si pretende da loro di sapere già cosa faranno “da grandi”. Intanto, le merende e i giochi delle elementari sono rimasti appena un anno fa, lì, accanto a penne e matite con su scritto il loro nome.

In classe provengono da otto Paesi diversi. C’è chi parla poco l’italiano. Chi lo capisce ma non lo usa. Chi è nato qui ma si sente straniero. Chi è arrivato da poco e osserva tutto in silenzio, come chi non ha ancora deciso se fidarsi o no.

In fondo, tutti cercano una cosa sola: essere umani insieme. Senza troppa distinzione. Perché sì, lo vedi nei loro occhi: non è vero che i ragazzi non vogliono comunicare. Vogliono farlo, eccome. Ma spesso non trovano le parole. Da dove arrivano le difficoltà? Forse dagli adulti che non sanno come aiutare a parlare con il compagno appena arrivato dalla Romania o dalla Cina. Forse dallo Stato, che non riesce a garantire neanche i fogli bianchi e la carta igienica. O da famiglie in cui maschi e femmine non devono toccarsi, in cui la diversità spaventa, in cui si impara a diffidare prima ancora che a salutare.

Allora serve un linguaggio comune. E non sempre è l’italiano. A volte è l’ironia. Ed è proprio quella che hanno scelto loro. I ragazzi. Le ragazze. Hanno capito e scelto, con coraggio, che si può parlare di sé ridendo. Che si può raccontare la propria storia inventando giochi, dialoghi, battute. Che il teatro può diventare un modo per conoscersi senza doversi spiegare troppo.

“Nessuno vuole insegnare qui da noi, nessuno ci vuole. Dicono che non siamo capaci”.

Anche i professori e le professoresse fanno fatica a vivere questa vita ogni giorno. Non tutti.

Me lo hanno detto, chiaro e tondo. Seconda media. Scrittura creativa e teatro. Hanno detto che non erano capaci. Lo dicevano anche gli altri, da fuori.

Ma poi, tra scene improvvisate, personaggi assurdi, e gag create da loro, abbiamo imparato a stare insieme. A ridere dei nostri errori. A riconoscere i silenzi. A tradurre emozioni.

Alla fine, uno dei “boss” della classe, appena arrivato in Italia e ripetente, si avvicina e mi dice: “Solo tu, prof, potevi farlo. Solo tu, pazza. Grazie. Hai creduto in noi”.

E altre parole, in codice, che ho capito perché anch’io sono cresciuta in periferia. Perché alla fine, secondo me, ci si riconosce.

E allora a voi, ragazzi e ragazze:

Grazie.

Mulțumesc.

Faleminderit.

Salamat.

धन्यवाद.

شكرًا لك.

Quando qualcuno crede in te, anche l’impossibile smette di fare paura.

Grazie a tutti i colleghi e le colleghe che hanno sostenuto il percorso.

Grazie ad Associazione Quaranta , che ha creduto nel valore del racconto condiviso.

Il teatro, quando entra in classe, non cambia le regole. Cambia lo sguardo.

Chiara Biancardi

Chiara Biancardi-Piccolo Albero

***

Alla ricerca di un linguaggio comune

Il laboratorio di scrittura creativa e teatro che ho condotto all’Istituto Pacinotti è stato un viaggio condiviso, fatto con i ragazzi e non solo per loro. Un incontro a settimana, per diversi mesi, insieme alle classi dei tre anni della scuola secondaria di primo grado.

Non è stato sempre facile. L’orario era a fine giornata, la stanchezza si faceva sentire, così come le naturali resistenze di chi, all’inizio, fatica a fidarsi, a esporsi, a lasciarsi andare. Ma proprio per questo è stato ancora più significativo vedere, settimana dopo settimana, il gruppo trasformarsi.

Abbiamo dovuto imparare a capirci, trovare un linguaggio comune, superare le distanze. A volte bastava una risata, un gioco teatrale, una storia inventata tutti insieme per rompere il ghiaccio. Altre volte ci voleva più tempo, più ascolto, più pazienza.

Ma è successo: le barriere sono cadute, le dinamiche iniziali si sono sciolte, e ciascuno ha trovato un piccolo spazio dove esprimersi, raccontarsi, inventare. Hanno cominciato a collaborare, a confrontarsi, ad aiutarsi, sorprendendomi più di una volta per la maturità, la creatività e la voglia di esserci.

Per me è stata un’esperienza educativa nel senso più pieno. Non solo come formatore, ma come persona. Ho imparato tanto da loro: sulla fatica dell’adolescenza, sul bisogno di essere ascoltati, sulla potenza che ha il teatro – e la scrittura – quando diventano strumenti per raccontare sé stessi.

È stato un laboratorio di parole, certo, ma anche di fiducia. E quelle, alla fine, sono le esperienze che lasciano il segno.

Alberto Barbi

***
20-Mausoleo della Bela Rosin-pioppi cipressini-250324-Alberto Barbi

***

Quale ulteriore strumento ed invito alla lettura, al termine della visione degli spettacoli di Assemblea Teatro, sono stati regalati a tutti gli intervenuti i libri “LA COSTITUZIONE IN UNDICI COLORI” e “NATO PER VOLARE”.

La Costituzione in 11 colori COVER BIG**

nato per volare COVER BIG

***

(31 maggio 2025)

***

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>