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VOLVO

01 marzo, 2011 - 16:08

di Erlend Loe

Il freddo nord come sfondo, protagonista è un padre che ha scelto di lasciare tutto e che si ritrova in mezzo a una foresta con un piccolo di alce e suo figlio. Ma partiamo dall’inizio, che non è l’inizio che ci si aspetta se si è letto il quarto di copertina.
Non si inizia con il protagonista ma con un’anziana svedese che vive in un bosco: Maj Britt.

Maj Britt è davvero anziana, va in città solamente per rifornirsi di stupefacenti e buona musica, non dorme praticamente più, odia la Volvo ed il Globetrotter e, lungo la storia, si innamora perdutamente. Odia anche il suo vicino di casa, Von Borring, uno scout convinto, ancora in splendida forma anche se vecchio: dorme sul balcone nudo, fa colazione come gli uccelli, che adora sopra ogni altra cosa, e se ne andrà volando. E poi c’è Andreas Doppler, il nostro protagonista, un padre di famiglia che ha abbandonato tutto ed è partito, senza una meta ben precisa in testa. Girovaga per il bosco che separa Svezia e Norvegia. Uniti alla sua avventura anche un cucciolo di alce e il figlio più piccolo. Divertente e scanzonato Erland Loe inventa un’avventura surreale, una specie di romanzo di formazione, per parlare di vita concreta. In un mondo che non riesce a rinnovarsi l’autore propone, come risposta a tante domande, una buona e lunga pausa.

Anomalo è anche lo stile del libro: capitoli brevi, asterischi per rimandare a intromissioni del narratore o a continui e “necessari” salti nel tempo per raccontare stranezze e vizi di un personaggio e della sua vita. Insomma, un senso dello humor lontano da quello latino ma sicuramente efficace.

Erlend Loe
VOLVO
IPERBOREA 2010
(Titolo originale Volvo lastvagnar, Oslo, 2005)

Alberto Dellacroce

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