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Viva la vida!

29 novembre, 2016 - 11:00 Teatro Colonna, via Chiusure - Brescia

scritto da Pino Cacucci

interpretato da Annapaola Bardeloni

regia di Giovanni Boni e Renzo Sicco

montaggio video di Marco Pejrolo

Personaggio di culto nell’ambiente culturale, con le grandi esposizioni realizzate nel 2015 a Parigi, Roma e Genova, Frida Kahlo è finalmente una donna apprezzata dal vasto pubblico. Importante dunque far conoscere al di là delle sue opere la sua straordinaria vicenda personale.
E’ stata anticonformista, femminista anticipando il tempo, amante appassionata. E’ stata musa e artista, pronta a spezzare le regole, a triturarle, purchè il suo essere potesse esprimere quel caleidoscopio di sentimenti che in lei si susseguivano. Soprattutto è stata una donna che, in nome della vita, ha affrontato ogni battaglia, ogni sofferenza. Questa è Frida Kahlo, messicana, pittrice e molto altro, e a lei benissimo si addice quel “Viva la vida!” scelto da Pino Cacucci per il monologo (edito da Feltrinelli), in cui lascia a Frida il racconto di se stessa e della sua storia.
Un monologo scritto per il teatro e portato in scena da Annapaola Bardeloni, attrice italo-uruguaiana che ha mosso i suoi primi passi a Genova, alla scuola di recitazione dello Stabile, per poi spostarsi a lavorare in America Latina, Asia ed Europa. Collabora da anni con Assemblea Teatro con un focus specifico sul mondo teatrale ibero-americano. A lei il compito difficile di trasformarsi in Frida, di immergersi nella sua vita, almeno in alcuni sprazzi, quelli scelti da Pino Cacucci che in Messico si è fermato a lungo e si è appassionato al mito di Frida e Diego Rivera, il suo amore per sempre.
Diego è l’altra faccia di Frida. Da lui, si reca per mostrargli i suoi primi lavori creati a letto dove l’ha costretta un tremendo incidente. Salva per miracolo, viene letteralmente trafitta da un tubo di ferro che le rompe costole e vertebre. Costretta distesa per anni, incomincia a dipingere, a usare quei colori forti e nitidi, che segnano i suoi lavori. Poi va dal grande “Diego”, attivista comunista e pittore di fama certa. Sarà un sì entusiasta e tra i due è subito feeling e passione anche politica. Si sposano, lui la tradisce, lei prima sopporta, poi decide di rispondere allo stesso modo, donne o uomini che siano. Si lasciano, si risposano, vanno a vivere in due case comunicanti, uniti eppure divisi. Frida sfida la sua salute fragilissima, cagionevole. Continua a dipingere, a far politica.
Non si arrenderà mai. In nome della vita, l’amore più grande.

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