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Van Der Graaf Generator “Pawn Hearts”

21 marzo, 2012 - 09:19


 
 

VAN DER GRAAF GENERATOR

Nel settembre 1971, ovvero  ben 40 anni fa, i Van Der Graaf Generator pubblicarono il loro capolavoro “Pawn Hearts”.
Partiti quasi come un progetto solistico del loro leader, Peter Hammil, i Van Der Graaf si consolidarono nei primi tre dischi centrandosi  sulla sua voce incredibilmente strumentale e sul sax di Davide Jackson, all’epoca totalmente sperimentale.” Pawn Hearts” e’ un album epocale e sconvolgente per complessità e forza innovativa.
Si può ben considerare un gioiello musicale, fuori dai canoni di un movimento o un’estetica precisa. All’epoca forse anche per la presenza  di Robert Fripp venne inserito in quel filone prog-illuminato tra King Crimson e Genesis , ma il tempo ha poi dimostrato le sue peculiari qualità davvero uniche.
“Pawn Hearts” squaderna completamente le formule centrifugando psichedelica, progressive, jazz, soul, sperimentazione in una cavalcata oltre le coordinate di spazio e di tempo ben raffigurate dalla lunga suite “A plague of light house keeper”.
A quattro decadi di distanza, dopo una reunion e un tour dignitoso della formazione originale, rimasti in tre per la defezione di David Jackson, hanno recentemente pubblicato un nuovo album “A grounding in number” un lavoro molto differente, un album di canzoni, ben 13, che durano mediamente 3/4 minuti.
“Sono cambiati i tempi – dicono – la musica oggi sceglie altre strade, più dirette. Non ci arrendiamo alle regole del mercato, abbiamo semplicemente deciso un diverso approccio. Non dobbiamo più dimostrare di essere i più bravi o i più originali attraverso brani di 15/20 minuti. La nostra nuova sfida consiste nel suonare come un trio rock senza abiurare il passato”.
Chi ha amato e ascoltato “Pawn Hearts”, “Godbluff” o “Still Life” non rimarrà deluso ma i termini di comparazione sono lontani da quegli album.
Per chi non ha avuto modo di conoscerli ai loro tempi d’oro è sicuramente un’opportunità per sfruttare il talento di musicisti di grande qualità. Ma se da una collezione di dischi di un fratello maggiore o in un negozio ben fornito o da un catalogo su internet è possibile recuperare l’ascolto di “Pawn Hearts”, oggi che spira una forte corrente revivalista e si riscoprono Emerson Lake e Palmer e molti gruppi del passato, oggi che il successo di gruppi quali Porcupine Tree o Muse fa pensare che alcuni argomenti di quel passato non siano mai tramontati, davvero si potrà capire la lucentezza di una perla dei dischi usciti negli anni settanta dove essere primi tra nomi quali Pink Floyd, Gentle Giant, Led Zeppelin, era davvero impegnativo.

Van Der Graaf Generator per una manciata di anni abitarono a buon diritto quell’olimpo e il loro lavoro è invecchiato a distanza meno di quello di tanti altri.

Renzo Sicco

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