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Uno spettacolo affinchè la memoria non sia l’esercizio di un giorno

28 gennaio, 2013 - 17:13

GIORNATA DELLA MEMORIA
27 GENNAIO 2013 – TEATRO AGNELLI
L’ALBERO DI ANNA

Stamane 28 gennaio al Teatro Agnelli, in sala 350 studenti delle scuole superiori per ricordare la Shoah.
Un teatro colmo di spettatori per “L’albero di Anna” uno spettacolo tratto dal diario e dai racconti di Anna Frank.
Un testo dunque denso di gravità e angoscia, distante nel tempo e nei modi dal linguaggio e dall’estetica dei giovani.
Sullo sfondo le immagini della guerra, dei campi di sterminio, dei deportati, dei sopravvissuti, dei responsabili, dei capi criminali delle SS al processo di Norimberga.
Immagini crude, in bianco e nero molto diverse dai video clip di MTV.
Eppure il silenzio e la tensione invadono il teatro per un’ora e mezza.
Le parole di Anne arrivano dolci e feroci ai cuori dei ragazzi e gli insegnanti non devono chiedere o imporre silenzio ed attenzione.
350 studenti ascoltano le pagine semplici e dirette del diario, e gli scritti sognanti o crudi in cui i desideri di un adolescente sono frenati dal mondo dei grandi precipitato nel baratro della guerra e della violenza.
350 ragazzi trattengono il respiro quando i corpi scheletrici dei sopravvissuti ai campi di concentramento appaiono ai soldati liberatori alla fine della guerra e ora a loro.
Anna Frank non è tra quelli, ma oggi è qui con questi ragazzi con cui pochi sanno parlare.
Lei ci riesce! Le sue sono parole che arrivano a questi ragazzi che piuttosto che scrivere su di un diario, amano usare il computer, che non scrivono pagine ma sintetici sms.
Eppure Anna si guadagna il loro rispetto e sa comunicare alla loro attenzione domande e riflessioni dallo stesso territorio che è quello dell’adolescenza.
Forse si dovrebbe capire tutto questo quando troppo frettolosamente si bollano le nuove generazioni come vuote e qualunquiste. Bisognerebbe riflettere.
Per parlare e farsi capire da qualcuno è necessario un linguaggio comune.
Non serve la presunzione di sapere ma è indispensabile un terreno dove la comunanza sia possibile, un territorio del pensiero dove il bisogno di ascoltare sia possibile perché corrisposto con uguale intensità. Oggi in Teatro è accaduto di parlare e di ascoltarsi, è accaduto grazie ad una ragazza di nome Anne Frank nata nei primi anni di un secolo chiamato novecento.

Renzo Sicco
Direttore Artistico

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