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STORIE, SOGNI E ROCK’N ROLL

12 marzo, 2006 - 18:13

Edmondo Berselli

Storie, sogni e Rock’n Roll è un piccolo libro di Edmondo Berselli che contiene un prezioso CD degli Acustic Circus di Shel Shapiro (volendo è anche un semplice CD). Ci sono una manciata di indimenticabili canzoni dei Rokes. C’è una strana espressione nei tuoi occhi, Bisogna saper perdere, E la pioggia che va, Che colpa abbiamo noi, tutti pezzi che hanno segnato la storia del beat in Italia.
Ma Shel non si ferma a questo e rielabora anche, con il gruppo di giovani e validi musicisti che lo affiancano, canzoni dei Beatles, di Bob Dylan, di De André o Mia Martini. Tutto avviene con una sincera passione, “per amore della musica”.
La stessa professionalità si può trovare nello spettacolo “Sarà una bella società” che Shel con Berselli e il medesimo ensemble di musicisti, sotto la produzione di Promo Music, sta presentando in giro per l’Italia.
Un lavoro di oltre due ore che ripercorre con umana emozione e conoscenza profonda la storia dei giovani d’Europa e d’America tra il 1955 e il 1970.
Dalle nebbie di una Londra post bellica emerge una nuova passione per la musica. Ci sono ancora i soldati americani e con loro arrivano i dischi di rock’n’roll, che mescolano suono bianco a quello nero. Dall’ascolto di quei 45 giri nasce quel “noi”, quel senso di appartenenza di una gioventù alternativa che stringe sodalizi, non cercando più la visibilità o il successo in forma personale bensì attraverso il gruppo, il complesso. Una gioventù che soprattutto cerca di rivoluzionare la società vivendo il sesso, le battaglie civili e in primis la musica in una forma totalmente diversa.
Shel è credibile! Come potrebbe non esserlo? E’ bravo a narrare e spazia cantando Elvis, Mamas and Papas, Who, Cat Stevens e ovviamente Rokes. Racconta, ricostruisce epoche, ma soprattutto tende i fili dei pensieri che tra Kennedy, Martin Luther King, Vietnam, Cuba, Woodstock, Piazza Fontana segnano una generazione, quella generazione!
E’ esilarante quando ricorda la discesa di quattro giovani inglesi alla Stazione Centrale di Milano nel ’63. E’ romantico quando ripercorre il lavoro parallelo e il mancato incontro ad Hamburg con i Beatles e mette il groppo in gola quando racconta la fine dei Rokes.
A differenza di Battiato (Fleurs) nel ripercorrere quegli anni tra i brani dei Rolling Stones invece di Ruby Tuesday sceglie inevitabilmente Let’s spend the night together. Chiude lo spettacolo con E la pioggia che va, un inno di bellezza e malinconica speranza che come You can’t always get what you want, coglie con anticipo il mutamento dei tempi, lo smarrimento dei sogni fissando indelebile la grande speranza che si è bruciata in quei cinque irripetibili anni tra il 1963 e il 1968. Dopo sarà un’altra storia piena ancora di monumentale buona musica, Pink Floyd, Rem, Bruce Springsteen, U2 ma sarà comunque un’altra storia mentre la società diventerà via via sempre meno bella.
Assolutamente da non perdere! Per chi ha vissuto quegli anni è una lezione di memoria, carica di ondate di grande emozione. Per chi non ha avuto la fortuna di vivere quel passaggio intenso è la chiave per capire tutto quello che ancora oggi stiamo ascoltando. In più ogni spettatore si porta a casa un biglietto per una possibile speranza affinché il cielo torni ad essere ancora ricco di macchie di azzurro e di blu.

Renzo Sicco

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