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Senza mai levar la schiena – parole e canti dalla risaia

26 giugno, 2014 - 21:00 Cascina Roccafranca - via Rubino 45, Torino

testo di Laura Pariani
con Manuela Massarenti
canti eseguiti dal vivo Valeria Benigni, Paola Lombardo, Betti Zambruno
regia di Renzo Sicco

 

“Questo è il nuovo teatro popolare! Di gran livello interpretativo, di ottima scrittura, capace di arrivare a tutti senza abbassare in alcun modo il piano della proposta che rimane ricca e alta. Insolito! Insolito teatro davvero, per dilagare nei pensieri e nelle opere di ogni persona”.
Remo Rostagno

Intorno ad un tavolo, viene preparato un vero risotto al vino rosso. Così, un breve momento di ristoro si mescola ad una storia che inizia nel lontano 1914, passando attraverso il Ventennio, le risaie, la povertà del dopoguerra, l’emigrazione e il lavoro. E’ così che Laura Pariani, la straordinaria autrice di questo testo finalista al Campiello 2003 e 2010, ci racconta il suo incontro con “Nives”, donna d’acqua e di terra, donna di riso.

Nives racconta di fronte ad un piatto di riso, cotto alla piemontese, e dunque con un bel bicchiere di vino…perché il riso, si sa, nasce nell’acqua ma muore nel vino!… Nives parla di sé, e così, della Sua Italia, un’Italia povera dove le donne andavano tutte a mondare, a strappare il riso all’acqua, “sveglia presto e quasi nessun soldo in tasca”. Poi fu il tempo del Duce, e tutte andarono a Roma cantando, attraverso un paese che viaggiava veloce verso un triste destino.
Poi, fu il tempo dell’addio. “Perché, dopo la guerra, il lavoro mancava, le macchine arrivate nei campi toglievano spazio alle mondine”: destinazione Svizzera, alla ricerca di una nuova vita. Una vita triste, una città, Zurigo, dove gli italiani erano “maccheroni”. Ma anche lì, “giù la schiena” e tanto duro lavoro hanno prodotto i loro frutti, conquistando il rispetto.
Nives racconta parole che sono di migliaia d’italiani, parole lontane, ma ferme. Storie e canzoni portano in altri tempi mentre nel piatto fumante profuma un riso affogato nel vino, e non potrebbe essere altrimenti, perché come la protagonista stessa ricorda “il vino fa sangue mentre l’acqua fa tremar le gambe!”

in collaborazione con

Ingresso libero

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