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Seconda Tappa / Colombia

24 settembre, 2013 - 21:18

13 settembre 2013 – Bogotà (Colombia) – Mas de mil jueves
14 settembre 2013 – Bogotà (Colombia) – Evita, ay que vida!
18 settembre 2013 – Bogotà (Colombia) – Evita, ay que vida!
19 settembre 2013 – Bogotà (Colombia) – El funeral de Neruda

La Colombia è stata la seconda tappa del tour che Assemblea Teatro sta compiendo in 5 diversi paesi del Sud America. Un paese conosciuto per la prima volta un anno fa, in cui siamo tornati a confermare la qualità e la profondità del teatro italiano su invito, dopo il primo grande successo dell’anno passato, di diversi operatori che hanno voluto nuovamente ospitare in stagione Assemblea Teatro il gruppo italiano que habla espanol!

Della Colombia colpisce la grande vitalità di una Nazione estremamente giovane attraversata in questo momento da forti tensioni sociali e grandi manifestazioni. Ma nuovamente le grandi sale del Teatro Estudio Santo Domingo e del Teatro Jorge Eliecer Gaitan, o la nuova sala del CENTRO DE MEMORIA, PAZ y RECONCILIACION, si sono riempite di centinaia di persone in fila al botteghino, giovani e giovanissimi desiderosi di assistere a un’opera teatrale. Un mondo in fermento e affamato di cultura.

Ecco cosa ci si porta via dalla Colombia: una bellissima riconferma e la vitalità di un popolo giovane che del teatro fa un mezzo per progredire verso la modernità, quasi un controsenso per la vecchia Europa dove spesso ci si arrovella perdendo tempo e parole sulla opportunità o meno di sostenere e fare cultura.

Dal “diario” – www.assembleateatro.com

Il museo por la memoria, paz y reconciliacion sorge nella parte vecchia e centrale della città di fianco al monumentale cementerio general. Dei tre termini memoria, paz, reconciliacion solo il primo è possibile da declamare con convinzione, in un paese dove il fronte permane aperto e dall’inizio dell’anno ha visto la morte di oltre 30 sindacalisti. Siamo in un luogo incredibilmente simbolico … Nel nostro percorso ci siamo trovati a lavorare in diversi luoghi come questo dedicati alla memoria e alla pace, Villa Grimaldi a Santiago, la Perla e l’Esma in Argentina, o ancora il Memoriale a Montevideo e ci siamo sempre giunti perché segnavano la volontà di non dimenticare una storia in qualche modo ormai conclusa. Qui è diverso perché non solo la ferita è aperta ma il sangue recente è vivo. Il dolore è aperto dentro una guerra civile che prosegue. Per questo le nostre parole risuonano impetuose nelle orecchie e nei cuori delle centinaia di spettatori, soprattutto giovani e giovanissimi, che riempono ogni poltrona e si assiepano sulle gradinate del bel teatro che ci ospita. La storia di Neruda e del golpe in Cile avviene quarant’anni esatti fa, ma per i presenti oggi il pianto scorre per morti che non conoscono ma che gli appartengono e stanno in quei pugni di sabbia che ci fanno da parete. Altri, e si tratta di giovanissimi, piangono morti che sono il loro stesso sangue, che erano la loro famiglia.

Impressionante.

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