voce narrante e musiche di Shel Shapiro
con la partecipazione di Daniele Ivaldi (chitarra) e Gabriele Bernardi (tastiera)
Un racconto lungo mezzo secolo.
Pochi si possono permettersi di farlo.
Assemblea Teatro e Shel Shapiro tra questi.
Renzo Sicco incontra sulla scena l’idolo della sua adolescenza.
“Ascoltavo i Rokes alla radio e registravo le loro canzoni sul nastro di un gelosino, un registratore a bobina degli anni ‘60”.
Oggi con Shel condivido un’identica storia, quella che ci vede sui palcoscenici del mondo da 10 lustri.
Possiamo raccontare le stesse passioni, gli incontri, le emozioni e il coraggio che tanti personaggi che hanno attraversato questo ultimo mezzo secolo ci hanno trasmesso.
Shel in compagnia del fedele Daniele Ivaldi alle chitarre e dal giovane Gabriele Bernardi alle testiere canta anche.
Io, per Vostra fortuna, no!!!
Renzo Sicco
La stagione al Teatro Agnelli, che celebra i 50 anni di Assemblea Teatro, parte con un amico e musicista, che come la compagnia torinese, ha attraversato e vissuto sulla scena, mezzo secolo di storia.
Raccontare alcune generazioni, con lo strumento popolare delle canzoni, e con la voce e il volto di un protagonista che si presenta sul palcoscenico a evocare una storia con la sua stessa presenza: la voce, la chitarra, l’immagine anche fisica di Shel Shapiro rappresentano un esercizio mentale irresistibile, che serve per recuperare il clima di un’epoca, lo spirito del tempo, l’intera psicologia di chi ha attraversato i decenni dai primi anni Sessanta in poi.
Già, i Sessanta sono un decennio “seminale”, in cui sembra essersi concentrata una creatività, una energia sociale, ma anche intellettuale, culturale, comportamentale, davvero irripetibile. Se pensiamo all’America di Bob Dylan, a una voce mai sentita prima che annuncia il tempo nuovo, abbiamo una fotografia suggestiva del cambiamento. Ma prima dobbiamo avvertire anche l’eco delle canzoni e del surf dei Beach Boys, e subito dopo gettare uno sguardo sull’epoca in cui i festival e i grandi raduni raccolgono il mondo giovane, i beatnik, gli hippie, a Newport come a Woodstock. Peace and Love, pace e amore, nel fango di Woodstock. E qualche anno prima la ballata elettrica e dolente di Dylan, «a hard rain’s gonna fall».
È la grande società che richiama inesorabilmente le note di The Way we Were, Barbra Streisand e Robert Redford come campioni ancora ingenui della rivoluzione democratica, quando non eravamo così cinici, e la politica era una speranza. Ma nello stesso tempo dobbiamo anche pensare all’Europa e all’Italia di allora. All’Inghilterra delle “cavern”, in cui emergono i “complessi”, oggi diremmo le “band”, che trasformano radicalmente il modo di fare musica e di stare insieme. Nell’immaginario musicale esplode il suono distorto del riff di Satisfaction, i Beatles impongono una specie di rivoluzione, in cui si sperimenta tutto. E intorno a loro, ai fondatori della musica nuova, si affollano i grandi epigoni, gli eredi del blues, gli Animals di Eric Burdon, i Them, gli Who e in Italia i Rokes di Shel Shapiro di fianco ai Nomadi, i Corvi all’Equipe 84.
Parteciperò, e mi immergerò in quell’epoca che già ho vissuta, purtroppo ancora bambina, ma che grazie a Shel avrò modo di rivivere adesso in modo più consapevole.
Vorrei prenotare un posto. Come si fa?
Può chiamare il numero 011 3042808 in orario di ufficio. Grazie!
Come potrei perdere un evento eccezionale qual è questo vostro mezzo secolo? Ci sarò sicuramente e vi chiedo di prenotarmi due posti.
francesco zaccagnini (tel. 335 7118282)