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Pablo Neruda: i “sospetti” sulla morte trovano una prima verità

21 ottobre, 2017 - 16:40

Era il 14 dicembre 2008, quando due sconosciuti si incontrano perché uno (Renzo) porta in scena uno spettacolo e l’altro (Manuel) è tra i personaggi di cui si parla.
I loro cognomi aiuteranno a chiarire di chi stiamo parlando: uno è Renzo Sicco, direttore artistico e regista di Assemblea Teatro, l’Altro è Manuel Araya. Questo nome forse non solleverà in voi che leggete alcuna attenzione, ma vi sarà d’aiuto sapere che era l’autista e segretario di Pablo Neruda.
Al termine della presentazione dello spettacolo di Assemblea Teatro, “Il funerale di Neruda”, in Cile, giunge negli uffici italiani una mail, a cui ne seguiranno altre, che raccogliamo qui in questo link

Carteggio tra Manuel Araya e Renzo Sicco

Il carteggio che avete appena letto potrebbe tranquillamente essere inserito in un romanzo thriller, se non fosse che, purtroppo, non è di finzione che si parla.
Ciò che Manuel sa, infatti e che trova improbabile a rendere pubblico in Cile è un’enorme macchia sulla coscienza già sporca dei golpisti che presero il potere spodestando Salvador Allende.
Come avete letto nelle mail, Renzo torna in Cile per ascoltare le parole di Manuel e questo è ciò che è emerso:

Intervista di Renzo Sicco a Manuel Araya

Assemblea Teatro diventa dunque, prima di chiunque altro, depositaria di una rivelazione sconvolgente: è possibile che Pablo Neruda non sia morto di cause naturali, ma ucciso. Una notizia del genere non poteva essere taciuta e dunque, Gabriele Romagnoli, giornalista internazionale da sempre amico di Assemblea Teatro, pubblica nello stesso anno su Vanity Fair un articolo in cui ricostruisce il pensiero di Manuel Araya. Nel 2013 sempre Gabriele Romagnoli, in un secondo articolo sulla medesima rivista, ribadisce quanto detto in precedenza in occasione della riesumazione del corpo del Poeta proprio per effettuare delle analisi autoptiche.

Articolo di Gabriele Romagnoli su Vanity Fair

Da quel momento in poi la notizia incominciò a circolare e incominciarono le indagini fino a giungere, appunto, a una nuova autopsia nel 2013.

In occasione della pubblicazione del libro “Il Funerale di Neruda”, scritto a quattro mani da Renzo Sicco e da Luis Sepùlveda, quest’ultimo scrisse un toccante ricordo del Poeta, che potete leggere al link sottostante:

Ombre su Isla Negra di Luis Sepùlveda

Successivamente, Assemblea Teatro continuò a seguire il caso, come testimoniano questi articoli di un paio di anni fa

Altamente probable que Neruda fuera asesinado – 2015

Alcuni pensieri attorno alle nuove notizie sul caso Neruda – 2015

Questo era accaduto ieri. Dal 2009 al 2017 sono passati 8 anni e ora con certezza le analisi certificano che Neruda non è morto per cancro. L’attuale livello delle medesime non produce ancora dati sufficienti per sapere se la morte sopraggiunse per cause naturali o indotte e su questo servono ancora tempi tecnici di vari mesi. come si evince dalle parole del medico legale Aurelio Luna.

Video della conferenza stampa

Si documenta infine l’attenzione della stampa internazionale.

Articolo di Repubblica.it 21 ottobre 2017

Video in Inglese che racconta la vicenda

Articolo in francese

Video e articolo in italiano

 

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Siamo dunque lieti che le parole di Manuel Araya non si siano rivelate quelle di un uomo che urla nel deserto, ma che abbiano risvegliato coscienze sufficienti per non smettere di pretendere, sempre e ancora, in questo come in tutti gli altri casi, verità

One Response to : Pablo Neruda: i “sospetti” sulla morte trovano una prima verità

  1. Paulo Lagoela says:

    Bravissimo!

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