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Lo Straordinario a Bussoleno

04 novembre, 2016 - 09:08

meyer-2016Ci sono accadimenti che hanno dello straordinario, combinazioni che non sono casuali e rivelano l’assonanza dei pensieri. Nel giorno dei defunti, a cinque anni di distanza dalla prima volta, sono tornato a Bussoleno per leggere pagine e pensieri sulla tomba di Alessio Meyer, un giovane universitario morto per aneurisma una mattina di dicembre mentre raggiungeva la stazione per recarsi all’Università. Sua madre mi aveva cercato perché avevo messo in scena Il peso della farfalla di Erri De Luca, l’ultimo libro che Alessio aveva letto, ancora sul comodino. Mi chiese di realizzarlo a Bussoleno ma fu possibile soltanto tempo dopo. Per la commemorazione dei defunti le dissi che se voleva avrei letto pagine sulla tomba del figlio.
Così dopo il suo coraggioso assenso lo feci. Poi ogni anno tra marzo e aprile un appuntamento di Assemblea Teatro fa si che la località e la valle non si dimentichino di Alessio. Quest’anno ho detto a Bruna che mi sarebbe piaciuto tornare non in teatro ma direttamente al cimitero. E’ stata una buona idea c’era moltissima gente, segno che da quel dicembre 2009, nonostante la fretta dei nostri tempi, non è avvenuta dimenticanza.
Ho scelto un percorso che raccontasse ad Alessio questi 5 anni, le paure crescenti e il coraggio della sua vita. Parole di Gabriele Romagnoli, Bob Dylan, Don Milani e naturalmente Erri De Luca. Ho deciso di terminare con le parole di Anna, la sua fidanzata. Un racconto breve pubblicato nell’antologia “La mia  prima volta con Fabrizio De André” dove 305 semplici cittadini raccontano il loro approccio con le parole e le canzoni di Faber.
Allora ho pensato che Elisa (Aragno), che ha allestito con me due lavori Sulla collina e Vento leggero ispirati dalle canzoni di Faber, avrebbe potuto accompagnarmi col flauto. Ma Elisa aveva già un impegno.
Allora ho cercato Salvatore (Chillemi), gli ho chiesto se fosse disponibile e pronto a seguirmi in una insolita avventura in un cimitero. Mi ha detto di si, senza titubanze.
Ci siamo scritti sms e non parlati per accordarci. Gli ho chiesto di scegliere una canzone di De André. Poi ci siamo trovati davanti al cimitero qualche istante prima dell’incontro.
Li ho saputo che lui, che non ha mai suonato De André, aveva scelto Inverno. Sono barcollato.
“Inverno” è la canzone che chiude lo spettacolo “Il peso della farfalla”, che Salvatore non ha mai visto essendo un nostro nuovo collaboratore. Una comunione involontaria di intenti che però ha commosso e strappato lacrime a tutti i presenti. Un’onda di emozione che è stato il giusto abbraccio, quello che desideravo, per il giovane capo-scout di Bussoleno.

Riposa tranquillo Alessio, continueremo a ricordarTi.

Renzo Sicco

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