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L’ISOLA DEL SILENZIO

12 marzo, 2006 - 18:41

Horacio Verbitski

Una penna per la resistenza! Rresistenza contro l’oblio e la rassegnazione.

Scrittore: el perro.
Fiuto: da cane da caccia
Penna: libera e coraggiosa.
E’ Horacio Verbitski, giornalista, editorialista politico del quotidiano argentino Pagina/12, ha scritto diversi libri per raccontare una dittatura “sporca” quale quella Argentina, una dittatura in cui il potere militare ha goduto di importanti appoggi esterni, politici, economici, religiosi! Inchieste solitarie, non solo per preservare la memoria, ma spesso per raccontare e sciogliere i nodi di un triste passato che stenta a venire a galla. L’isola del silenzio è un luogo che sta tra terra e cielo, è la mano caritatevole sul capo di chi urlava per la torture. La Chiesa, quella lontana, nei palazzi dell’istituzione, ma anche quella delle parrocchie, dove confessarsi e pregare. Al di là dell’inchiesta, interessante e capillare come solo un buon giornalista/storico poteva fare, essenziali risultano le prime venti pagine del testo, dedicate al fondamento dogmatico, prima che politico e ideologico, dell’alta scuola di tortura argentina. Un fondamento tutto europeo, o meglio, tutto francese. Infatti in Argentina sbarcò, ad inizio anni sessanta, quella che sarebbe divenuta la “base etica” dei militari: l’Action Francaise e la dottrina della guerra controrivoluzionaria e della tecnica della tortura. I loro insegnamenti fecero da subito breccia in un’esercito bisognoso di nemici da combattere. Quindi non solo si è trattato di alcuni cappellani militari (lontani dalla chiesa!) che hanno assistito alle torture, ma si è trattato di un cristiano conforto a coscienze di soldati crociati il cui destino era quello di purificare l’intera società. Un esempio su tutti: il gesuita Jorge Mario Bergoglio, oggi arcivescovo di Buenos Aires, solo pochi mesi fa ha lottato, testa a testa, con il cardinale Ratzinger, per salire al soglio pontificio. Tuttavia, secondo Horacio Verbitski, sulla base di documenti inediti, “tradì” i propri fratelli vendendoli perché di sinistra. Tra questi i tanti frati o catechisti di base di Bajo Fòlores, quartiere povero di Buenos Aires. Parroci idealisti che hanno interpretato materialmente il messaggio di Cristo, andando a vivere con i poveri… Cristo parlava di povertà sì, ma in senso spirituale (dal Vangelo secondo Massera).

Un libro da leggere non per avere conferme, ma per comprendere meglio la complessità di un mondo che tutt’oggi nega la necessità di confrontarsi con un passato in cui i fratelli sono stati carnefici dei loro fratelli.

Alberto Dellacroce

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