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L’inafferrabile – in bici con Bartali, in moto con Lulù

24 aprile, 2018 - 10:00 Teatro Agnelli, via Paolo Sarpi 111 - Torino

Fascia d’età 14-18 anni

In occasione della Festa della Liberazione

storie dai giorni della resistenza

testi di Gian Paolo Ormezzano e Pino Cacucci

adattamento di Renzo Sicco

con Luca Occelli, Angelo Scarafiotti, Valeria Benigni

voci fuori campo di Gian Paolo Ormezzano, Lino Spadaro, Luisella Tamietto,

Renzo Sicco, Angelo Scarafiotti, Roberta Fornier

registrate nello studio fonico di Andrea Raviola

regia di Lino Spadaro e Renzo Sicco

Gino Bartali, il grande campione di ciclismo, nel settembre 2013 è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell’Olocausto fondato nel 1953. La nomina di “Giusto tra le nazioni” è un riconoscimento per i non-ebrei che hanno rischiato la vita per salvare  quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste.
Bartali, oltre ad essere un campione delle due ruote, si distinse in quegli anni per il coraggio con cui collaborò per salvare dalla deportazione diverse famiglie per un totale di oltre 800  persone.
Assemblea Teatro con un anno di anticipo su questo importante evento, grazie alle parole offerte da Gian Paolo Ormezzano, ha messo in scena questa storia.
Gino Bartali “un cattolico devoto, nel corso dell’occupazione tedesca in Italia ha fatto parte di una rete di salvataggio in cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l’arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa”. Bartali ha agito nascondendo falsi documenti e carte nella sua bicicletta, trasportandoli poi attraverso le città a destinazione, con la scusa del suo allenamento. Pur a conoscenza dei rischi che la sua vita correva per aiutare gli ebrei, Bartali ha trasferito quei documenti. Il periodo in cui lavorò più intensamente per mettere in salvo queste persone è tra il settembre 1943 e il giugno 1944.
Sulle colline del cuneese ha abitato i giorni della resistenza Luis Chabas, un partigiano di origini francesi, conosciuto da tutti col nome di battaglia di Lulù.
Di piccola statura, bellissimo, è stato amato da tutte le ragazze di Langa.
Straordinario nei suoi travestimenti beffava fascisti e nazisti a tutti i posti di blocco. Un altro scrittore, Pino Cacucci, ne ricostruisce con tenerezza e grande scrittura la bella storia sino al suo tragico epilogo.
Può uno spettacolo sulla “resistenza” far ridere e sorridere? Se è scritto da una penna leggera e carica di ironia come quella di Gian Paolo Ormezzano, se è costruito da un regista rigoroso ma anche arguto e spiritoso come Lino Spadaro, se ha due interpreti brillanti come Luca Occelli e Andrea Castellini affiatati e comici nella loro relazione, è possibile!
Tutto questo, oltretutto, accade senza che le storie originali perdano la loro forza. Si parla di Lulù, un partigiano francese in terra di Langa, inafferrabile nei suoi travestimenti e di Bartali, il grande Gino, il campione che non volle essere eroe, inafferrabile sulla sua bicicletta in corsa, carica di documenti, soldi e informazioni. Gregari molto meno “inafferrabili” sono gli interpreti, due “corridori” che in coda al gruppo parlano di queste storie. Cianciano di canzoni ed amori, del passato, della gloria e del nostro presente. Uno spettacolo sui valori, grandi valori, ma privo di retorica come i protagonisti di cui narra. Nello stile di una compagnia, Assemblea Teatro, sempre immersa nella memoria perché non smette di sognare il futuro.

 

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