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Le case del Poeta – Viaggio nel Cile di Neruda

22 settembre, 2021 - 15:00 Mausoleo della Bela Rosin - strada Castello di Mirafiori 148/7, Torino

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MAUSOLEO DELLA BELA ROSIN

(strada Castello di Mirafiori 148/7)

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22 / 23 / 25 / 26 settembre 2021

tutti i giorni dalle ore 15.00 alle ore 19.00

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Assemblea Teatro

LE CASE DEL POETA

viaggio nel Cile di Pablo Neruda

in collaborazione con la Fundación Pablo Neruda

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una mostra fotografica con letture

da “Confesso che ho vissuto”

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Manifesto-Mostra-Neruda

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Le case di Neruda-mostra-ROLLINGUna veduta della Casa de Isla Negra

La fotografia è gentilmente concessa dalla Fundación Pablo Neruda

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alle ore 18.00 conversazioni, musica e letture di pagine diverse della vita del Poeta, a 50 anni dal premio Nobel per la letteratura

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In un periodo in cui è molto difficile viaggiare, riprendiamo la nostra stagione 2021/22 proponendo ai nostri spettatori un viaggio intercontinentale fino al fin del mundo. Quel continente evocato al suo insediamento da Papa Francesco e da noi amato per scrittori e amici come Luis Sepúlveda e Inti Illimani tra i tanti.

Lo facciamo per ricordare il Premio Nobel per la letteratura conferito, 50 anni fa, a Pablo Neruda. Grazie alla Fundación a lui dedicata, proponiamo un viaggio dentro foto nuove ed inedite delle sue tre case.

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Le case di Neruda non sono il risultato di un progetto di qualche architetto, ma sono architettura della artigianalità e dell’invenzione poetica.

Nascono dal bisogno di spazio del Poeta unite alla competenza di piccoli artigiani locali suoi amici. Insieme traducono le idee di Pablo in spazi e forme. Gli arredi della casa non sono design ma sono tratti dalle sue collezioni di diplomatico e viaggiatore internazionale che ha interpretato nel mondo. Neruda stesso non si definiva un collezionista ma un “cosista”. Amava gli oggetti più diversi e li raccoglieva. Polene delle navi, piume di uccelli, conchiglie, bottiglie, bicchieri. A volte attendeva le cose per ore e per giorni, come fece per i resti di un naufragio avvistati sulle onde davanti a casa da cui raccolse una porta di un vascello che, fatta asciugare e ripulita, divenne il suo scrittoio personale a Isla Negra. Scriveva con la stilografica con inchiostro verde e i colori sono un’altra caratteristica delle sue case. Le bottiglie in vetro blu o verde alle finestre rivolte verso il mare, quelle ocra o scure in quelle che guardano l’interno e la terra. I bicchieri sono sempre colorati “perché il vino e le bevande nei vasi colorati guadagnano più gusto”. E questa è una invenzione poetica, ovvio! Ma è proprio la serie di queste invenzioni a fare delle case di Neruda un percorso unico e irripetibile, un’avventura nei sensi della poesia.

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NERUDA E TALLONE

L’occasione per l’incontro tra Pablo Neruda e Alberto Tallone, il raffinato editore-libraio-stampatore italiano, inizia a Milano, il 6 giugno 1962, quando, davanti alle vetrine della libreria Garzanti in galleria Vittorio Emanuele, il grande Poeta cileno nota un angolo di queste tutto dedicato ai volumi delle Edizioni Tallone. Ricorda Enrico, il figlio di Alberto: “Neruda è entrato in libreria e ha detto: voglio conoscere l‘editore, dove lo trovo? Gli hanno risposto: vicino a Torino, ad Alpignano. Lui ci ha telefonato e ha preso appuntamento per il giorno dopo a pranzo”. Alle due e mezzo l’atteso ospite non si è ancora fatto vivo. I Tallone sono un po’ in ansia, la pasta è ormai scotta. Poi, per caso, vedono Neruda e la moglie sulla locomotiva piazzata in giardino.

Neruda, figlio di ferroviere, s’era messo a giocare: “E chi riusciva più a farlo scendere da lì?”. Era incantato dalla locomotiva e dalla visita alla “immensa fabbrica, quasi un‘ esatta riproduzione della tipografia di Gutenberg”. Comincia così un sodalizio che durerà per sempre. Nel 1968 Alberto Tallone morì e la casa editrice passò nelle mani di Bianca, e da lei poi ai figli. Ma il discorso del premio Nobel Pablo Neruda dopo l’assegnazione nel 1971 fu pubblicato da Tallone (in italiano e in spagnolo), e intanto Neruda era diventato ospite abituale nella casa dell’editore, ad Alpignano.

“Attraversai la chiara sala dove sta chi lavora, – sono parole del Poeta, ricordando quella prima visita ai Tallone – e l’immensa officina […]. I grandi tavoli, i caratteri che si scambiano di mano in mano, i depositi della fragrante carta meravigliosa che produce l’Italia. Poi la conversazione, con la cordialità del vino, il vino bianco della regione di Torino. Ma, il suo amore per la tipografia, la sua vocazione immensa di stampatore, la sua dedizione assoluta a ogni pagina dei suoi libri, questo era ciò che comunicava Alberto Tallone, come una luce ardente emanata dall’anima”.

Così è cominciata l’amicizia fra il collezionista di locomotive, Tallone, e il collezionista di polene, Neruda. È durata per il resto delle loro vite. Ne sono durevole segno la dozzina di libri fatti insieme, a partire dal primo, il «Sumario. Libro donde nace la lluvia» (1963). E anche quell’«Ode alla tipografia» uscito nel 1983, dove Neruda celebra due lettere su tutte, la A e la T, il principio e la fine dell‘arte tipografica, l’omaggio allo stile raffinato e unico di Alberto Tallone.

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Ingresso con certificazione verde Covid 19 (Green Pass)

posti contingentati e limitati

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prenotazioni al numero 011/3042808

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Vedi anche

SCAFFALE NERUDA – a cura delle Biblioteche Civiche Torinesi

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Locandina-mostra-Neruda-2021-BIS

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