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la vittoria delle nonne di Plaza de Mayo

09 luglio, 2012 - 19:02

Sulla prima pagina de La Stampa di sabato 7 luglio una grande foto a colori mostra una signora esultante, i pugni avvolti in guanti di lana agitati nell’aria, un grande sorriso e nella mano sinistra un cartello con stampati gli occhi teneri di un bambino e la scritta “devuelvan a los chicos” rendano i bambini. Sopra la foto il titolo “la vittoria delle nonne di Plaza de Mayo”. Sotto la foto la didascalia “scene di entusiasmo di fronte al tribunale di Buenos Aires all’annuncio della condanna di Videla”.

Videla era il dittatore e quella donna è Lita Boitano una di quelle donne che per oltre trentacinque anni non hanno mai mollato il loro desiderio di ottenere giustizia per i propri cari e per tutti gli scomparsi, i desaparecidos della storia d’argentina.
Ho conosciuto Lita nell’ottobre del 2000 a Buenos Aires quando abbiamo rappresentato la prima volta “Più di mille giovedì” in italiano. Lei di origini italiane lo ha capito meglio di tutte le donne coi fazzoletti bianchi in sala. Mi ha regalato da subito il suo bel sorriso, lo stesso con cui mi ha abbracciato nel luglio 2006 quando era presente alla prima sempre a Buenos Aires di “Mas de mil jueves”, lo stesso spettacolo, ma stavolta nella lingua d’argentina. Lita Boitano è la riconosciuta leader dell’associazione dei Familiares de Detenidos Desaparecidos.
Sorride sul giornale che giustamente riconoscendone l’importanza e lancia la notizia in prima pagina.
Una condanna a 50 anni a un ex dittatore fa tremare le vene a tutti i despoti del mondo. Puoi avere il dominio di tutti i meccanismi del potere ma anche quello ha un tempo limite e al termine se qualcuno chiede giustizia, la giustizia anche dopo trent’anni può arrivare.
Certo ci vuole costanza, quella che Tati, Estela, Hebe, Lita e con loro le tante madres hanno avuto.

Sorrido con Lita per quella sentenza, sorrido per il loro infaticabile lavoro che ben conosco, sorrido per i tanti parenti e figli, gli Hijos che quella giustizia hanno desiderato, sorrido per le tante madri che in questi 35 anni sono decedute senza avere questa gioia e sorrido perchè i giornalisti dello stesso giornale nel 1998 quando invitammo le Madres per la prima volta a Torino ci dissero “si queste donne hanno sofferto molto ma ne abbiamo già parlato e non è più una notizia”. nessuno di loro si presentò in conferenza stampa. Evidentemente non avevano capito che le notizie vere non hanno i tempi dell’editoria ma i tempi del cuore e della carne, proprio quelli che oggi li obbligano a rimettere las madres in prima pagina.

A quelli che dicono che la politica è inutile ricordo solo che a quella conferenza stampa senza giornalisti vennero solo tre politici: Gianna De Masi, allora Assessore all’Istruzione del Comune di Rivoli e oggi Assessore alla Cultura del Comune di Rivalta, Nino Boeti allora Sindaco di Rivoli e oggi Consigliere regionale e Pasquale Cavaliere, allora Consigliere regionale e deceduto pochi mesi dopo proprio a Cordoba in terra argentina. La loro presenza determinò che la Regione Piemonte partecipasse come parte lesa al processo italiano contro la giunta militare argentina, un processo determinante nell’itinerario che ha portato all’odierna condanna del despota e dei torturatori che lo sostennero.

2 Responses to : la vittoria delle nonne di Plaza de Mayo

  1. Elena Marinucci says:

    È stata una vittoria della tenacia, del coraggio,dell’intelligenza dell’amore dei nonni verso i nipoti che e il più grande.Le ho conosciute e accompagnate a parlare con Pertini.vado a BuenoscAires il 27dicembre : mi piacerebbe incontrare qualcuna di loro conosce la signora Mariani?

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