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La parola contraria

19 gennaio, 2015 - 13:45

Alcuni anni fa Paolo Mauri dopo la lettura di “Sostiene Pereira”, splendido libro di Antonio Tabucchi, si chiedeva se la letteratura possa diventare un modo per combattere e sfidare la storia e per “offrire ai molti Pereira affogati nella loro storia individuale e nella storia del loro Paese, una imprevista via d’uscita”. Rispondeva a questa domanda convinto che “la letteratura era forse l’unico modo”.

Torna in mente questo pensiero leggendo “La parola contraria” di Erri De Luca, appena uscito in libreria, un libello che si divora in mezz’ora.
Qui l’annegato nella sua storia individuale non è un Pereira qualsiasi, ma è lo stesso autore. Però la grandezza di De Luca è quella di oggettivare una vicenda soggettiva sapendo portare il lettore nell’aula del tribunale della letteratura o, meglio ancora, nel tribunale del testo letterario.

Nel leggere questo libro potrebbe crescere il Vostro desiderio di andarvene dal Vostro Paese ma l’autore dà una decisa indicazione e se decide di restare lui perché ce ne dovremmo andare noi? Se questa nostra terra è capace di produrre letteratura di questo livello in condizioni estreme, dobbiamo esser capaci di produrre vita di uguale valore dentro le stesse estreme condizioni.

Renzo Sicco

One Response to : La parola contraria

  1. Catherine says:

    JE SUIS ERRI !!!

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