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La “mia” Lello

09 maggio, 2018 - 08:31

Trent’anni fa ero un ventenne ed ero studente universitario nell’antica Facoltà di scienze nel Palazzo della Piazza dei Leoni dove oggi c’è un Museo e la sede del rettorato.

Per arrivarci passavo sempre davanti all’antica Libreria Lello. Difficile non esserne attratti già allora anche se era una delle tante antiche librerie specializzate in libri scientifici utili alle diverse facoltà.

La differenza era che Lello era soltanto una libreria indipendente non legata ad alcun editore.

Vendeva libri antichi e moderni, buona letteratura e io me ne innamorai perché dedicava un settore alle riviste internazionali e per un giovane studente con sete di sguardi oltre il proprio paese offriva un polo di ossigeno indispensabile.

A Porto all’epoca i turisti in tutta la città li potevi contare sulle dita di una mano e le altre lingue sino ad allora erano servite al più ai migranti che erano fuggiti dalla dittatura.

Da Lello respiravi internazionale attraverso la letteratura e le riviste ed era davvero una boccata d’ossigeno per un paese che cercava di essere nuovo ed europeo.

Altro ossigeno proveniva dalla cortesia del personale che attendeva il cliente con garbo non affettato ma attento alle esigenze di ognuno. Ricordo la cortesia del signore che per anni mi attendeva nel banco d’entrata tra i volumi e in assenza totale di qualsivoglia merchandising o souvenir. L’unico oggetto in vendita allora erano i libri.

Passarono gli anni e da studente divenni professore e fui assegnato all’insegnamento nell’isola di Madeira.

Perdevo così l’appuntamento con l’uscita delle mie riviste. Ne parlai con l’inserviente e gli chiesi di tenermele, gli dissi che ero disposto a pagarle in anticipo. Mi rispose “Dott. Paulo non c’è bisogno, le sue riviste saranno qui al suo ritorno”.

Fu così per anni, anche quando fui assegnato alle Isole Azzorre glielo dissi e si illuminò in un sorriso “che belle devono essere”. Non c’era mai stato!. Ci furono sempre invece le mie riviste sino a quando per una crisi economica Lello decise di dismettere il settore che intanto aveva trovato nella città altri committenti in grado di offrirne la vendita.

Anche la mia militanza di assiduo cliente di Lello si stemperò. Poi un giorno entrai e anche l’inserviente non era più al suo banco pronto a sorridermi e salutarmi con quella cordialità che ho ritrovato solo in alcune librerie italiane.

Lello è rimasta la più bella libreria del mondo ma si è trasformata in un tempio del turismo. Code e voucher per entrare hanno favorito un rinnovamento, hanno salvato l’antico art decò dell’interno e dei suoi preziosi legni togliendo per sempre quella patina polverosa d’antico che la rendeva, oltre la più bella, la signora più affascinante tra le librerie portoghesi.

Paulo Lagoela

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