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Il suono delle parole – Omaggio ai testi di Sepúlveda

24 luglio, 2021 - 10:00 Biblioteca Silvio Grimaldi (Castello degli Orsini), via Orsini 7 - Rivalta di Torino (TO)

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Assemblea Teatro

IL SUONO DELLE PAROLE

un omaggio ai testi di Luis Sepúlveda

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L’installazione è aperta al pubblico, fino al 25 luglio, con il seguente orario:

lunedì chiuso

martedì-mercoledì-giovedì-sabato ore 10-13 e ore 14-18

venerdì ore 10-13 e ore 14-19

domenica ore 15-19

ingresso libero e contingentato (massimo 10 persone per volta)

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Immagini, fotogrammi, istanti, ricordi che si riaccendono. Pagine di storie che restano vive nel profondo di tutti noi.

Una mostra è una raccolta di immagini che, per essere compiuta, deve saper produrre un’emozione. Per questo l’obiettivo è quello di creare un’installazione che sappia miscelare scatti di grandi fotografi ma anche immagini di quotidianità, tratte dai nostri archivi e da quelli del Salone Internazionale del Libro, come in un album di famiglia, unitamente alle pagine interpretate da Marco Pejrolo. Un’installazione che presenti soprattutto le copertine dei libri, perché proprio queste sono il simbolo della grande eredità che Luis ci ha lasciato con i suoi scritti. E siccome è stato uno che ha vissuto in molti Paesi, con quel senso internazionale maturato in qualcuno che, cacciato dal suo Cile e costretto a vivere senza Paese di riferimento, ha saputo trasformare il mondo intero nella sua patria. Il suo successo internazionale è stato visibile nella traduzione in tante lingue del mondo che risplendono nelle copertine dei suoi libri.

Proprio gli oltre 100 volumi che si trovano esposti.

Sfogliare queste immagini ci fa riattivare la memoria per lenire la malinconia e il dolore dell’assenza. Da quando Luis Sepúlveda se n’è andato, oltre un anno fa – portato via dal virus che di colpo, nel 2020, ha cambiato il mondo – il vuoto che ha lasciato ci sembra ancora palpabile: per noi di Assemblea Teatro che, con lui, abbiamo percorso un lungo pezzo di strada, con le frequentazioni comuni, le lettere, gli spettacoli teatrali, tratti dalle sue storie, distillate in volumi preziosi che costituiscono alcuni dei gioielli che illuminano le nostre esistenze. Sono ricordi vividi che ci rammentano un aspetto, il principale forse, che ci legava a lui: una solida, incrollabile Amicizia. Anzi: Fratellanza. Lui era, per noi semplicemente, il nostro “hermano Lucho”.

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il suono delle parole-mostra sepulveda-2

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Quelli che seguono sono alcuni pensieri scritti, dopo la visita a “Il suono delle parole”, dal nostro amico e attore Eugenio Gradabosco

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Conosco bene Luis Sepúlveda e le sue opere, li conosco per piacere e anche per lavoro. Sono quindi andato a vedere la nuova mostra dedicata a lui e ai suoi libri, a Rivalta, come si va a trovare un parente: sapendo già quali saranno gli argomenti di conversazione, i discorsi e tutto il resto.

Invece è scattato qualcosa di inaspettato, nuovo e incredibilmente illuminante. Quando ho iniziato il percorso della mostra, sono entrato, come spesso accade, in un mondo magico.

Ci sono entrato in punta di piedi, quasi con il timore di disturbare, di rompere quella magia che si crea ogni volta dove si respirano arte, cultura, colori, parole e viaggi lontani, ma poi, qualcosa di nuovo: la sensazione di essermi sempre perso qualcosa.

Mi sono soffermato a osservare quelle semplici e fantastiche copertine, anche con l’interesse del grafico pubblicitario che è in me (perlomeno il titolo di studio dice così).

E proprio in quel momento è arrivata l’illuminazione!

Quelle copertine tutte diverse, certo, ma diverse anche tra loro stesse!

Mi spiego meglio: lo stesso libro in varie edizioni e in varie lingue per vari Paesi, uguale, ma diverso. E graficamente vedi davanti agli occhi non solo lo scorrere del tempo, ma le diverse culture: segni grafici, colori e composizioni differenti.

Una vera scoperta, un viaggio intorno al mondo! E ti ritrovi a cercare di indovinare dalla copertina quale Paese ha fatto quella pubblicazione!

E allora capisci che lui, Luis, ha vinto di nuovo, perché, molto probabilmente, anche questo era quello che avrebbe voluto.

Eugenio Gradabosco

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