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Il vestito di un front man

02 novembre, 2016 - 12:07

Le Rockstar non sono morte e torneranno ad Aprile.
Mixo, Alice, Shel Shapiro, Andrea Raviola, Guido Harari, Gabriele Ferraris, Federico Sacchi, Paolo Sollier per ricordare:
Gian Maria Testa, David Bowie, Mick Karn, Brian Jones, John Lennon, Amy Winehouse, Lou Reed e molti altri

 

Domenica 30 ottobre Franco Vassia e Marco Basso hanno raccontato di un mondo passato, fatto di dischi e vinili attesi con ansia, per poterli ascoltare e condividere con gli amici, fatto di consigli e passaparola,dscn1631_crop lontano dall’immediatezza delle recensioni che internet ci ha portato. Scavando all’interno di questi ricordi poetici (il passato spesse volte risulta più bello e puro rispetto al presente, proprio perché è fatto di ricordi legati a emozioni positive) è tornato alla luce il concetto di musica “progressiva” (per il termine inglese è sufficiente sostituire la “a” finale con una “e”), che ha risuonato molto anche in Italia. Un “grande”, in tutti i sensi, della musica progressive (o “prog” per chi ha saputo amarla) è stato Francesco di Giacomo, il front man del Banco del Mutuo Soccorso. Il racconto dei suoi due amici, ha confermato la teoria che, in musica come nell’arte culinaria, un errore di valutazione può portare a un trionfo inatteso, se si ha la genialità di saperlo sfruttare al meglio. (Faccio riferimento al detto popolare “la prima volta è un errore, la seconda è jazz”, o al fatto che la crema chantilly sia nata per via di un calcolo sbagliato: mancando le scorte di panna, ci si è ingegnati per aumentare il volume di quella che si aveva ed ecco nato uno dei dolci più buoni e famosi al mondo.)
Ecco che dunque, Vittorio Nocenzi, alla ricerca di una voce e di un front man per il gruppo, era sulle tracce di qualcuno di bell’aspetto, oltre che dotato di talento canoro.008-012-bms-francesco-di-giacomo-1_m-300x290
Francesco di Giacomo, con la barba lunga, di dimensioni colossali, non corrispondeva esattamente all’idea che si era fatta Nocenzi, ma non appena ha incominciato a cantare, Vittorio ha scoperto la crema chantilly della musica.
E così Francesco di Giacomo è entrato nel Banco, ma non di prepotenza. Vassia e Basso hanno ricordato come lui addirittura uscisse di scena durante i lunghi momenti di esposizione musicale, necessari alla musica prog per essere tale e vi ritornasse quando fosse stato il momento di cantare. Di un album completamente strumentale – … di Terra – lui ha solo scritto i titoli delle canzoni che, uniti insieme, formano una frase. Tuttavia, senza la sua voce, il Banco non poteva essere tale, perché, esattamente come Keith Emerson fece per il suo gruppo, il suo talento era al servizio del tutto.
Di Francesco di Giacomo è stata anche ricordata la collaborazione con Assemblea Teatro e la sua ironia pungente ma signorile, i suoi sorrisi volti a tranquillizzare o a incoraggiare, il suo perenne essere in lite bonaria con Vittorio Nocenzi, dal carattere decisamente più focoso, che Francesco si divertiva a infiammare e, cosa rara per chi si occupa di musica raffinata come quella progressiva, il suo non essere snob, non disdegnando collaborazioni con cantanti italiani dai generi più disparati, fino all’ultima collaborazione con Elio e le Storie Tese, che gli è valsa il premio Tenco, assegnato postumo.E mentre le note di Imago Mundi risuonavano nelle cuffie e nel Mausoleo, nelle menti di tutti i presenti riecheggiava il pensiero di Francesco:

“La libertà, quando arriverà, avrà un vestito semplice”

Stefano Cavanna

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