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Il sepolcro in collina è per la Storia. Quello in riva al fiume è per le storie.

03 maggio, 2017 - 09:07

68 anni fa uno schianto gettava un’ombra di tristezza su Torino.  Il sepolcro dei Re d’Italia si trovava ad accogliere, per un tragico scherzo del destino, i re dell’Italia del calcio.

Frasi come queste, traboccanti di retorica, sono state dette, scritte, riscritte e rimaneggiate per anni. Ha senso continuare a farlo? Soprattutto quest’anno, la cui ricorrenza della tragedia non riguarda un periodo multiplo di 5, dunque gode di minor importanza, secondo le convenzioni sociali?

La domanda è ovviamente tendenziosa, dal momento che, in caso di risposta negativa, questo articolo non sarebbe nemmeno esistito; dunque, possiamo passare alla seconda domanda: perché ha senso farlo?

Quest’anno si realizza il “Sogno a primavera” che veniva cantato in una canzone dedicata al Torino Calcio (prima che diventasse Torino FC). Lo stadio Filadelfia, che aveva ospitato i giocatori del Grande Torino e del Torino fino al 19 maggio (mese tristemente ricorrente nella storia dei Granata) 1963, torna a vedere la luce.

Quello che prima, visto dall’alto, era poco più di una bocca sdentata, con monconi di tribune che spuntavano nel nulla, ora brilla di bianco e granata, i colori della squadra. Finalmente, completamente restaurato, lo stadio Filadelfia verrà inaugurato il 25 maggio.

Ecco l'immagine che è stata appesa oggi alla storica "curva" dello stadio per celebrare il 4 maggio

Ecco l’immagine che è stata appesa oggi alla storica “curva” dello stadio per celebrare il 4 maggio

Parallelamente alla realizzazione di questo sogno – che era sembrato impossibile, a causa dei diversi tentativi, sempre rivelatisi fallimentari, di recuperare la struttura – c’è stato chi ha raccontato l’altro sogno, quello invece realizzato, cioè una squadra che ha vinto cinque volte di seguito il campionato italiano, che ha dato dieci giocatori su undici alla Nazionale, distrutta a causa di un incidente aereo: il Grande Torino, appunto, quello per cui si celebra il sessantottesimo anniversario della tragedia. E questo sogno è stato raccontato sotto ogni suo aspetto, sviscerato e sezionato all’inverosimile, al punto che dopo libri, film, poesie, documentari, foto, dipinti, serie televisive, spettacoli teatrali, si potrebbe a buon diritto affermare: “è stato già detto tutto”.

Questo se si pensa al Torino.

immagine squadra

Ma se pensiamo a Ossola, Aldo e Dino Ballarin, Maroso, Mazzola, Loik, Castigliano, Bongiorni, Fadini, Gabetto, Grezar, Grava, Operto, Menti, Martelli, Rigamonti e Shubert, insieme ai giornalisti, ai tecnici e agli allenatori, possiamo capire che non sarà mai detto tutto e mai abbastanza, perché sì, erano undici giocatori e insieme erano il Grande Torino, ma ognuno di loro aveva una vita e, come tutte le vite, compresa la nostra, è degna di essere raccontata e ricordata.

Assemblea Teatro ha fatto proprio questo. Grazie alla “complicità” di Barbara Mastella, legata alla famiglia Ballarin, siamo riusciti a portare in scena la storia di Aldo e Dino, non dei “Ballarin”. Un aspetto umano di quelli che erano considerati a tutti gli effetti dei del calcio, raccontato attraverso gli occhi delle due mogli e dei due fratelli.

Poiché alla storia piace giocare con i corsi e con i ricorsi, lo spettacolo andrà in scena presso il Mausoleo della Bela Rosin. Ancora una volta un sepolcro legato ai Savoia, ancora una volta il Torino, ma, quasi per sottolineare l’aspetto più umano e meno istituzionale delle vicende, il sepolcro era della donna che Vittorio Emanuele, non il Re, ma semplicemente l’uomo, ha amato più di ogni altra. Una storia minore, rispetto a quella con la S maiuscola, esattamente come la vita di Aldo e Dino, prima e durante la loro grande avventura.

Dopo aver assistito al taglio del nastro allo stadio, il 25 maggio prendete il bus 14 o il 63 (la fermata si trova su via Giordano Bruno) e raggiungete il Mausoleo della Bela Rosin (chiedete al conducente e vi saprà indicare la fermata giusta). Avete tempo fino alle 21, quindi prendetevela comoda. Lì vi aspettano uno studente, Renato, Iiginio, Dina e Miretta e, ovviamente, Aldo e Dino Ballarin.

P.S. Se per avventura il 25 foste già impegnati, approfittate del 26 (giorno peraltro libero da celebrazioni ufficiali del Filadelfia) per venire a vedere la seconda replica.

Vi aspettiamo!

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