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Il corpo umano

28 ottobre, 2012 - 18:56

Leggere “Il corpo umano” di Paolo Giordano è stato una folgorazione. E non soltanto perché l’autore de “La solitudine dei numeri primi”, a cinque anni da un libro che considero di una pulizia e una bellezza rare, non mi ha deluso. Si tratta di una questione tutta personale.
Ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza in una casa che si trova proprio di fronte a una caserma degli alpini. Ho condiviso la strada per anni con militari di carriera, di quelli che a un certo punto partono per una missione in Afghanistan o chissà dove. Ho sempre avuto un’immagine “stereotipata” di quel mondo, fatta di occhiate sfacciate, battute fastidiose alla fermata del pullman, baccagliamenti grossolani e di gruppo. In sintesi, non ho mai amato quel mondo.
Poi, la scorsa settimana, ho letto “Il corpo umano”. L’ho centellinato, non divorato. L’ho affrontato con circospezione perché proprio di universo militare parla, di una missione in Afghanistan, e (anche) di quella goliardia facile che tanto mi ha disturbato a 16 anni. Ecco – ve lo dico – quel mondo, alla fin fine, mi ha conquistata.
Una sera ho chiuso l’ultima pagina del romanzo e il giorno dopo ho passeggiato di nuovo lungo la “mia” via. C’era il militare di turno in libera uscita, il borsone sulle spalle, il gel nei capelli. Sapete cosa vi dico? Se avessi ascoltato l’istinto, l’avrei abbracciato.

Daria Capitani

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