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Il calcio secondo Galeano – 9

14 giugno, 2016 - 07:59

Obdulio

Ero un ragazzino pazzo per il calcio, e come tutti gli uruguagi ero aggrappato alla radio ad ascoltare la finale della Coppa del Mondo. Quando la voce di Carlos Solé mi fece arrivare la triste notizia del gol del Brasile, il morale mi finì sotto i tacchi. Allora mi appellai al più potente dei miei amici. Promisi a Dio una quantità di sacrifici se lui fosse comparso nel Maracanà e avesse dato una svolta alla partita

Non ho mai ricordato tutte le cose che avevo promesso e per questo non ho potuto mantenerle. La vittoria dell’Uruguay davanti a una folla come mai si era vista a una partita era stata senza dubbio un miracolo, ma il miracolo era stato opera di un mortale in carne e ossa chiamato Obdulio Varela.

Obdulio aveva raffreddato la partita proprio quando stavamo per essere travolti dalla valanga, e in quel momento si era caricato la squadra intera sulle spalle e con la sola forza del coraggio aveva remato controvento e controcorrente.

Alla fine di quella giornata i giornalisti assediarono l’eroe. Ma lui non gonfiò il petto proclamando che eravamo i migliori e che nessuno avrebbe avuto scampo con l’artiglio charrúa. <<È stato un caso>>, mormorò Obdulio scuotendo la testa. E quando tentarono di fotografarlo si girò di spalle.

Passò quella notte bevendo birra, di bar in bar, abbracciato agli sconfitti, ai banconi di Rio de Janeiro. I brasiliani piangevano. Nessuno lo riconobbe. Il giorno seguente fuggì dalla folla che lo aspettava all’aeroporto di Montevideo, dove il suo nome brillava in un enorme cartellone luminoso. In mezzo a quella euforia, riuscì a passare inosservato travestito da Humphrey Bogart, con un cappello calato fin sul naso e un impermeabile con i risvolti sollevati.

Come ricompensa per l’impresa, i dirigenti del calcio uruguagio si assegnarono le medaglie d’oro. Ai giocatori diedero delle medaglie d’argento e un po’ di denaro. Il premio che ricevette Obdulio gli bastò per comprare una Ford del 1931, che gli venne rubata dopo una settimana.

[Eduardo Galeano]

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