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Il Banco del Mutuo Soccorso e Assemblea Teatro

01 aprile, 2014 - 13:55

Chi all’inizio degli anni ’80 ha visto le performance di Assemblea Teatro col  Banco del Mutuo Soccorso ricorderà un’immagine straordinaria che prendeva forma nei palasport d’Italia alla fine del concerto. Partivano le note di pianoforte di Traccia II e Paolino, issato su altissimi trampoli, completamente vestito di bianco, giungeva in platea con una bacchetta da direttore d’orchestra dirigendo il crescendo della musica. Stessa cosa, di spalle al pubblico, faceva Francesco sul palco nel turbinio generale dell’emozione che quel brano riusciva a scatenare in tutti i presenti.
Questa immagine rimane indelebile nella memoria perché quel raddoppio visualizzava l’identità di intenzioni e la totale fiducia che da subito scattarono tra di noi. Un modo di concepire il lavoro che ben esplicitava Francesco Di Giacomo: “Nella musica del Banco la componente ritmica è basilare. Nell’interpretazione dei testi spesso ho spostato gli accenti per dare alle parole un’espressività e un’enfasi maggiore. Purtroppo si diffonde un ascolto della musica sempre più distratto e quindi certe sfumature le colgono in pochi. Ma non mi importa: io continuerò a cantare cercando melodie, armonie, timbro e soprattutto coesione tra voce e musica.
L’ho sempre detto e continuerò a sostenerlo: non sono un cantante accademico, credo nella spontaneità e nei sentimenti. Forse se avessi studiato di più avrei faticato meno sul palco ma ho preferito imparare a catturare l’ispirazione e a lavorare sui segni che, come cantante e come autore, colgo nell’aria e porto nelle canzoni”.

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