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Ieri, domenica 6 marzo, è morto Gino Baral

07 marzo, 2016 - 22:55

Ieri, domenica 6 marzo, è morto Gino Baral.
Non è un nome altisonante eppure è un nome importante.
Per noi lo è stato. Prima di tutto perché è stato un amico, poi anche perché è stato una persona che ha sostenuto alcuni tra i progetti più importanti per la costruzione dell’identità di Assemblea Teatro.
Gino era un funzionario di un ente che non esiste più, la Comunità Montana.
E’ stato un funzionario pubblico, quelli che oggi sono assimilati dalla gente, con una enorme semplificazione di comodo, a chi timbra in mutande il proprio orario di lavoro.
Eppure Gino ha dimostrato come i funzionari pubblici, sconosciuti ai più perché privi di visibilità, possano essere determinanti nella vita di una comunità, come possano avere un alto senso dello Stato dimostrando che lo Stato siamo noi con la nostra intelligenza e il nostro lavoro.
Gino Baral era un funzionario e come tale si muoveva in quel campo grigio, che a volte stritola l’Italia, chiamato burocrazia, ma non si è mai piegato, non si è mai sottomesso e soprattutto non ha mai subito l’idea del “non si può fare”.
Nel suo percorso ha dimostrato che si possono superare i limiti, che anche un burocrate può essere creativo e capace di tracciare nuovi percorsi. Con lui abbiamo scritto e fatto approvare nel 1993 il primo progetto Interreg finanziato dall’Europa per un intervento culturale, e con quel finanziamento abbiamo realizzato “Fuochi”, uno spettacolo che ha raccontato la storia al centro di quelle Valli Valdesi dove lui viveva e lavorava.
Ricordo sempre come il suo senso civico lo portasse a sorridere ogni volta che parlavamo di quel lavoro insieme. Lo inorgogliva che i nostri partners francesi avessero realizzato, come richiedeva il progetto, solo 5 spettacoli, mentre noi in Italia, sì proprio gli italiani “spendaccioni e meno capaci”, ne avessimo fatti oltre 200 e per di più in tanti paesi del mondo.
Senza spocchia questo era il suo senso dello Stato, fare bene e meglio, non per apparire ma per saper dimostrare e abbattere i pregiudizi.
E’ stato lui ad accompagnarmi a visitare la Fortezza di Fenestrelle in totale abbandono, e in seguito a sostenere la nostra idea di trasformarla in un luogo di teatro.
Sempre con lui è nato l’Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca – Scopriminiera. Un altro raggiungere e far centro in quei meccanismi europei di finanziamento che molte volte, proprio in quegli anni, l’Italia mancava.
Ancora una volta insieme a Gino, negli anni 80/90, abbiamo dato voce alla storia di una montagna dimenticata da un’Italia troppo arroccata a cercare il progresso nella modernità.
Insieme a lui abbiamo dato memoria e dignità ad una minoranza in estinzione, quella dei minatori. Resta indelebile in me la sua gioia all’uscita da uno dei tanti (oltre 300) spettacoli realizzati in miniera, all’interno della Paola, un chilometro e mezzo dentro la terra. Uno dei tanti spettacoli ma unico per la particolarità di essere realizzato per un pubblico tutto composto di minatori. Una cinquantina di persone che mai avevano visto teatro.
Gino li aveva raccolti, accompagnati, visti emozionarsi, alcuni di loro piangere.
Era raggiante per quel risultato. Valeva un’immensità. Molto più di una prima pagina sui giornali per un evento con migliaia di spettatori.
Questo era il suo senso dello Stato, occuparsi di tutti e soprattutto degli ultimi, ben sapendo che in quegli angoli del nostro paese non esistono solo le radici ma permane l’umanità che ci rende diversi e unici e, come nel suo caso, migliori.
Ci mancherà.
Non potremo essere presenti al suo funerale. Nuovi impegni di lavoro ci trattengono e portano lontano dalle Valli Chisone e Germanasca. Ma mai nulla è casuale. Mercoledì, proprio mercoledì, riprenderemo dopo molto tempo “Il peso della farfalla”, uno spettacolo che racconta quella montagna che proprio Gino Baral, prima e più di altri, ci ha insegnato a conoscere e ad amare.
Grazie Gino.

Renzo Sicco

GIANNA-05

One Response to : Ieri, domenica 6 marzo, è morto Gino Baral

  1. claudio says:

    continuera’ a seguirvi da alte vette di bianche montagne.

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