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I tre cavalieri del Graal

08 giugno, 2012 - 12:34

dal testo di Laura Mancinelli edito da Einaudi

 

scene e costumi di Livio Girivetto

 

Un libro tascabile ha un grande pregio: lo si può tenere in tasca, appunto, e può seguirci ovunque in metropolitana, in autobus, in treno.. perfino durante le passeggiate per i sentieri di montagna. Seguendoci, ci permette di leggerlo più e più volte, a pezzi, qualche brano qui e una decina di righe là, un capitolo saltato ed uno letto e riletto; noi possiamo usarlo come un fedele amico che per qualche tempo occupa parte dei nostri pensieri. Così, ci capita di inventare, di fantasticare, di immaginare il teatro che sta nascosto tra le righe e che non aspetta altro che di essere tirato fuori.  Un gioco bellissimo, il gioco del fare il teatro a partire da un romanzo breve, utilizzando le parole dell’Autore come fossero tessere di un puzzle che può essere montato e rimontato in infinite versioni e combinazioni, senza che per questo venga meno il senso delle cose e lo spirito del racconto.

Partiamo dal romanzo di Laura Mancinelli convinti della buona leggerezza del suo modo di raccontare, dall’immediatezza delle immagini. La scelta di far raccontare le avventure dei Cavalieri del Graal a tre interpreti femminili è un naturale sviluppo poetico della scrittura della Mancinelli: il gioco teatrale che ne consegue si ispira alla tradizione popolare del teatro di piazza, quella espressione artistica semplice ed efficace che vive del talento degli interpreti, della loro duttilità e delle infinite possibilità evocative che la parola possiede.  Il filo delle avventure dei tre Cavalieri segue le gesta senza l’obbligo di una trama precisa, lasciando al pubblico il piacevole compito di immaginare relazioni ed intrecci al di là degli episodi rappresentati. Il linguaggio utilizzato, la parola, la musica, il movimento, certe atmosfere di “Caroselli” in tempi televisivi ancora legati al linguaggio teatrale, l’estrema semplicità delle scene, la continua costruzione “a vista” delle situazioni: tutto questo rappresenta una visione molto precisa del teatro popolare. Un teatro che vuole raccontare storie importanti attraverso una comunicazione immediata e sincera per un pubblico disponibile a lasciarsi coinvolgere nel grande e infinito gioco della rappresentazione.

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