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Dialoghi (da Pavese)

17 giugno, 1999 - 16:53

da “Dialoghi con Leucò” di Cesare Pavese

regia: Renzo Sicco
musiche composte: Vittorio Nocenzi
spettacolo realizzato da: Gisella Bein, Lola Gonzalez Manzano, Marco Pejrolo,
Gianni Bissaca, Claudia Facchini, Manuela Massarenti, Elisabetta Pogliani
scenografia: Livio Girivetto
alle tastiere: Lino Mei
 

Si provi a pensarci su. Questi uomini antichi quei loro dèi li avevano già trovati belli e fatti, oppure se li erano inventati di sana pianta.
Comunque li avevano trovati – o se li erano inventati – provvisti di alcune qualità invidiabili.
Innanzitutto erano immortali, e non invecchiavano mai. Eternamente giovani, oltre ad essere i più forti, i più saggi e i più belli. Ed anche i più cattivi, talvolta, con i poveri comuni mortali. Come mai ce l’avevano tanto con Ulisse, perché gli resero così difficile e travagliato il pur meritatissimo ritorno a casa?
Riapriamo l’Odissea (Libro V): neppure Omero lo sa con sicurezza. Al verso 107 è colpa di Atena che voleva vendicarsi di certe offese ricevute. Ai versi 130-134 è invece per iniziativa di Giove che riteneva di essere stato offeso gravemente da Ulisse.
Come stavano le cose, insomma? Non si sa, e in questi casi ci si mette a chiacchierarne sopra. Che altro si può fare? Che altro potevano fare quei pazientissimi uomini antichi se non cercare di ridurre la distanza che li separava dai loro déi, impicciandosi dei loro privatissimi affari ed avvicinandoli a sé?
Nell’opera Dialoghi con Leucò – pubblicata nel 1947 – l’interesse profondo di Cesare Pavese per il mito, per i suoi simboli, la sua dimensione antropologica e psicoanalitica, è volto ad illuminare dilemmi che sono al tempo stesso privati, esistenziali e collettivi.
Dialoghi brevi, ma pieni di tensione, nei quali gli déi e gli eroi della Grecia classica sono invitati a discutere le relazioni tra uomo e natura, il carattere ineluttabile del destino, la necessità del dolore e l’irrevocabilità della morte.
Un capriccio serio, unico nel quale il mito viene riproposto come “qualcosa di necessario” e la letteratura e la poesia, a questo intimamente affine, rivelano “una cifra misteriosa e crudele”.
Assemblea Teatro con la collaborazione di Vittorio Nocenzi, ha deciso di dare suono e voce ad alcuni di questi dialoghi. Voce con gli attori interpreti di un sapere del cielo che guarda agli uomini con profonda compassione. Suono – con la musica di Nocenzi – che ha creato molto di più di una colonna sonora, scavando in profondità con i suoi “movimenti” la costruzione di un’unica e singolare atmosfera. Contemporaneità attraverso le parole e il sentimento di Fernanda Pivano e Tina Pizzardo.

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