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CARLO GOLDONI / Lezione-spettacolo

11 marzo, 2016 - 10:00 Teatro Agnelli - via Paolo Sarpi 111 - Torino

|fascia d’età: 14 – 18 anni|

“Se facciamo le Commedie dell’Arte, vogliamo star bene. Il mondo è annoiato di veder sempre le cose istesse, di sentir sempre le parole medesime, e gli uditori sanno cosa deve dir l’Arlecchino, prima ch’egli apra la bocca. Per me, vi protesto, signor Orazio, che in pochissime commedie antiche reciterò; sono invaghita del nuovo stile, e questo solo mi piace: dimani a sera reciterò, perché, se la commedia non è di carattere, è almeno condotta bene, e si sentono ben maneggiati gli affetti.”

Carlo Goldoni, il teatro comico

Spesso si è portati a leggere con troppa facilità l’equazione tra il teatro di Goldoni è la consolidata esperienza della commedia dell’arte della tradizione italiana. Certo è innegabile il peso di quell’esperienza sull’autore veneziano, come è altresì innegabile il suo tentativo di emanciparsi, distanziarsi da quel passato. Pur mantenendo stabili gli appuntamenti comici, i giochi tipici dei caratteri e delle maschere – Carlo Goldoni cresce come uomo di teatro dentro alle compagnie di giro, con gli stessi attori che sui canovacci della commedia dell’arte si erano formati – cerca una strada personale per un racconto teatrale ben strutturato, moderno, capace di restituire alla lingua italiana una solidità nuova. Affascinante la sua evoluzione che lo porta a restituire importanza e visibilità a quella classe borghese che, nel breve periodo, finirà con l’affermarsi quale classe sociale emergente, nuovo pubblico per un teatro nuovo. E proprio in quest’ottica la produzione di Carlo Goldoni ci spiega quale rivoluzione potentissima si stia consumando a metà del settecento in tutta Europa: gli ultimi strascichi di un mondo passato, i primi scricchiolii di quell’universo di nobiltà pigre e poco operose che dovranno lasciare il passo ad una società nuova, dove la misura del saper fare comincia a pesare sempre più  rispetto al sangue ereditato. E così nell’ampia produzione di Goldoni, dai testi in lingua veneta alla produzione di libretti, passando attraverso la sua autobiografia scritta in francese, leggiamo non solo una produzione letteraria ampia ed affascinante, ma anche il senso di una transizione, di una piccola rivoluzione culturale che l’autore porta avanti con pervicacia e grande volontà, contribuendo in maniera diretta a quella trasformazione del teatro italiano (e non solo) che ci proietta verso la definitiva affermazione di un teatro borghese in cui ancora oggi ci rispecchiamo. Intraprendiamo così, attraverso le pagine estratte da Il teatro comico e Gli innamorati restituite dalle voci di Roberta Fornier, Andrea Castellini e Angelo Scarafiotti, un piccolo viaggio che ci consente di recuperare quelle suggestioni vitali ancora oggi, un percorso breve che sa però incuriosire, divertire e far riflettere.

 

 

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