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Buona notte, Harry

31 ottobre, 2016 - 11:02

Questa è la storia di un uomo che usava i suoi poteri magici mascherandoli da giochi di prestigio.
Posto che una frase del genere è stata pronunciata anche per David Copperfield, come testimonia questo video divertentissimo, sappiate che chi l’ha detta non è un credulone qualsiasi.
Si tratta di uno che ha fatto del ragionamento deduttivo un’arte al punto da renderlo famoso con un personaggio che occupa l’immaginario di tutti. Avete capito di cui parlo?
Elementare: Sir Arthur Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes.
Doyle, per quanto possa sembrare assurdo, era un fervente sostenitore dello spiritismo e riteneva che l’uomo oggetto del nostro articolo avesse veramente i poteri magici.
A chi mai si riferiva Doyle? Qual era l’uomo che, secondo lui, possedeva la vera magia?
Secondo voi?
Dite il primo nome di mago che vi viene in mente (non Copperfield, ovviamente; l’altro).
Esatto: Harry Houdini.
Doyle e Houdini furono grandi amici e, sebbene fossero completamente antipodici per quanto riguarda l’occulto, non smisero mai di rispettarsi (la prova sta proprio nell’affermazione di Doyle, a mio giudizio). Lasciamo tuttavia da parte il lato occulto di Doyle, che potrebbe essere argomento di un altro articolo, e concentriamoci sul mago (che detta così…)
Cosa ci porta a parlare di Harry Houdini?
Oggi, 31 ottobre 2016, ricorre il novantesimo anno dalla sua morte. Curioso che sia morto proprio ad “Halloween”, ma proseguite con la lettura e noterete altre incredibili parallelismi con le tradizioni legate a questa notte.

harry_houdini_portrait

Descriviamo rapidamente Ehrich Weiss, nato nel 1874 in America da immigrati ungheresi. Da piccolo si appassiona alla prestigiazione, divenendo molto abile nell’esecuzione del gioco dei bussolotti (qui presentato nell’elegante versione di Michael Hammar). Molto dotato dal punto di vista atletico, venne addirittura notato da un direttore di circo che gli propose di partire con loro, ma, comprensibilmente, poiché Ehrich aveva solo undici anni, il padre rifiutò. Fece diversi lavori, tra cui l’apprendista fabbro, cosa che gli sarebbe servita molto durante la sua futura carriera. Leggendo un libro di memorie del leggendario mago Robert Houdin, decise che la prestigiazione sarebbe stata la sua vita. Scelse il nome d’arte, italianizzando il cognome del suo mentore spirituale con una “i” (al tempo si riteneva l’italiano una lingua molto esotica) e anglicizzando il suo nome di battesimo, ed ecco che nacque Harry Houdini. Il resto è storia. Divenne famoso per le sue fughe impossibili: appeso a testa in giù e legato a una camicia di forza, chiuso in una cassa e gettato in un fiume, intrappolato in un bidone del latte e, per citare la più grande, la fuga dal carcere di Londra. harry-bobbyNessun potere magico, Sir Doyle, solo tanto esercizio.220px-harryhoudini-1899 Un allenamento ai limiti dell’estremo  (spesso operava in apnea) e profonde conoscenze tecniche sul funzionamento di lucchetti e meccanismi di chiusura. 1162337105houdini_welcomeTra le sue abilità, c’era anche quella di riuscire a resistere ai colpi infertigli.
Nulla a che vedere con il pericolosissimo “afferra proiettile”, che tutt’oggi spaventa – e a buon diritto – maghi e pubblico, dove un proiettile viene sparato e il mago lo afferra al volo.maxresdefault Houdini affermava di saper incassare pugni senza subire il minimo danno e spesso esortava il pubblico a farlo, dimostrando la veridicità della cosa.
Fu proprio durante una di queste sfide, così si dice, che una serie di pugni violenti sferratigli da un pugile professionista senza che Harry si fosse preparato a dovere (ignoriamo che cosa si intendesse per “preparato”), colpirono duramente l’appendice del mago più famoso del mondo causandogli una peritonite che lo portò alla morte poche settimane dopo. Il 31 ottobre 1926, appunto.

C’è da aggiungere un altro tassello a questo articolo commemorativo. Ricordate quanto detto prima in merito alla sua amicizia/rivalità con Doyle? Harry si divertiva a recarsi sotto mentite spoglie nelle case dei medium del tempo (nei primi anni del Novecento lo spiritismo era una moda dilagante) e poi, dopo aver assistito alle “sedute spiritiche”, riproponeva queste ultime identiche a casa sua, replicando trucco dopo trucco. La sua battaglia contro i medium ovviamente non poteva che irritare Doyle, che invece credeva fermamente a queste sedute. Poiché Harry, come tutti i grandi, concedeva sempre, anche a se stesso, il beneficio del dubbio, non aveva ancora compreso se fosse effettivamente impossibile contattare i morti, oppure se fino a quel momento non avesse smascherato altro che ciarlatani. Pertanto, la moglie di Houdini, Bess, ricevette dal marito l’incarico di provare a contattarlo, una volta morto, con una seduta spiritica ad ogni anniversario della sua morte, perché:

“Se ci fosse stato un mago che sarebbe potuto tornare dal mondo dei morti, quello non avrebbe potuto essere altri che Houdini”

Bess provò per dieci anni, senza successo, a contattare il marito il 31 ottobre. Alla fine del decimo anno, soffiando sulla candela per spegnerla, mormorò:

“Buona notte, Harry”

e così ebbe fine il grande spettacolo di Houdini.

Stefano Cavanna

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