Informativa Cookie

Aspettando “Il Tesoro”

03 agosto, 2016 - 13:30

Aspettando lo spettacolo “Il Tesoro”, in scena il prossimo 8 agosto a Villar Pellice programmata all’interno della rassegna Attorno alla Fortezza, vogliamo ricordare la storia, la lotta per la Libertà, in Italia e quella del 25 aprile portoghese di 42 anni fa, che è stato uno degli ultimi esempi compiuti.

La “Rivoluzione dei garofani” portò la liberazione dalla dittatura indicando nell’unione del popolo una possibile via oltre il silenzio e la sottomissione al potere per affermare democrazia, lavoro e vita.

Riflettere oggi sulla “primavera portoghese” del 1974, come su quelle di Spagna, Argentina, Cile e certo del nostro stesso Paese, ci aiuta a capire come la caduta di una dittatura produca anche il ritorno nella propria terra di origine di quelle migliaia di esuli, migranti, cittadini dispersi. Ancora oggi in molti altri paesi, la libertà è annientata dalla legge della guerra e della paura.

25 aprile 1974

Rivoluzione dei Garofani

Il 25 aprile 1974, alle 00.24 l’emittente radiofonica portoghese Radio Renascença trasmise la canzone Grândola, Vila Morena, del cantautore José Alfonso. Era il segnale convenuto tra alcuni ufficiali dell’esercito – l’MFA, Movimento delle forze armate – per occupare i punti strategici del paese. Appena sei ore più tardi crollava il regime dittatoriale di Salazar.

Il sollevamento dei settori di sinistra dell’esercito, i capitani d’aprile, contro una dittatura al potere da più di quarant’anni fu il risultato di una situazione insostenibile, esasperata dal rifiuto nei confronti di una politica ancorata a una guerra coloniale senza uscita in Angola, Guinea-Bissau e Mozambico. Il Portogallo si ostinava a mantenere un impero coloniale inverosimile che costava sempre più risorse e vittime.

La povertà e la disuguaglianza sociale erano evidenti: il potere economico era esclusivamente nelle ani di un centinaio di famiglie. Lo sfruttamento latifondista delle campagne era scandaloso, senza contare che il Portogallo rappresentava un paradiso per ex nazisti e dittatori, e le carceri erano piene di prigionieri politici. In un paese isolato da troppi anni, le parole democrazia, decolonizzazione e sviluppo si trasformarono nel motto e nel programma che guidò la rivoluzione.

Così, il giorno del sollevamento militare i cittadini simpatizzarono immediatamente con i ribelli e scesero in strada.

La Revolução dos Cravos prende il nome da una di queste concentrazioni spontanee di cittadini che, a Lisbona, si decorarono di garofani, il fiore della stagione; poco prima, alcuni soldati avevano chiesto dei garofani a un fioraio di strada e li avevano infilati nelle canne dei fucili, per manifestare l’intenzione di non aprire il fuoco. Non era un semplice golpe militare, era una vera e propria rivoluzione.

Il Portogallo possedeva un territorio coloniale ventidue volte superiore al proprio, con una popolazione di oltre 14 milioni di persone. Per controllarlo disponeva di 120.000 soldati, e i giovani dovevano passare due dei quattro anni di servizio militare nelle colonie. Di conseguenza quasi tutte le famiglie avevano qualche familiare in prima linea; la cosa, sommata al ricordo del sonoro fallimento degli americani in Vietnam, con il suo terribile bilancio di morti, 15.000, e di feriti, 30.000, portò al rifiuto assoluto del mantenimento dell’Impero. Più di 107.000 giovani erano fuggiti dal paese per non entrare nell’esercito.

Dopo il successo della rivoluzione, i prigionieri politici furono liberati e i leader dell’opposizione ritornarono dall’esilio. L’anno successivo furono indette le elezioni costituenti e si instaurò una democrazia parlamentare; quello stesso anno si accordò l’indipendenza alle colonie, e le grandi imprese e la banca furono nazionalizzate.

Nella regione dell’Alentejo i grandi latifondi furono dati ai contadini, mentre nelle città i lavoratori pretesero l’introduzione di organi di controllo nelle imprese.

 

Da “I 365 giorni che hanno cambiato la storia. History Channel” Arnoldo Mondadori Editore

One Response to : Aspettando “Il Tesoro”

  1. Pingback: Il Tesoro — Assemblea Teatro

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>