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Amianto mai più Maxi-processo: Udienza Rinviata

21 giugno, 2013 - 22:02

Nel 2003 Massimo Carlotto ha scritto per l’Associazione Esposti Amianto di Monfalcone e per Assemblea Teatro il testo POLVERE che da allora è stato rappresentato a Monfalcone e in molti altri luoghi d’Italia toccati dalla tragedia delle morti per amianto. Dopo la sentenza emessa dal Tribunale di Torino sulla vicenda di Casale Monferrato è prevista nei prossimi giorni quella di Monfalcone.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Assemblea Teatro

Buongiorno,
sono Davide Bottegaro dell’Associazione Esposti Amianto di Monfalcone.
Ricevete questa e-mail perché avete sostenuto o vi siete occupati
della battaglia di civiltà che la nostra Associazione porta avanti da anni,
ovvero: verità e giustizia per le vittime dell’amianto.
Come forse ricorderete, sono migliaia le morti causate dal minerale
amianto nella zona del Monfalconese dove trova sede il più grande cantiere
navale italiano di proprietà Fincantieri.
Dopo anni di lotte e rivendicazioni, grazie anche al Vostro aiuto, siamo
giunti ad una tappa importantissima di questa drammatica vicenda: il 25
giugno prossimo si celebrerà presso il Tribunale di Gorizia, l’ultima
udienza del maxi processo sulle morti per amianto che vede come principale
imputata appunto la Fincantieri.
Vi invitiamo a partecipare alla lettura della sentenza che
presumibilmente avverrà proprio il giorno 25 giugno 2013 presso il Tribunale
di Gorizia, per dimostrare ancora una volta quanto sia importante questa
battaglia, per non dimenticare il sacrificio degli uomini e delle donne che
sono morti a causa dell’amianto e per chiedere con forza di tutelare la
salute in tutti i luoghi di lavoro.
Di seguito troverai una breve cronistoria di questo lungo processo.
Per ulteriori informazioni visita il nostro sito www.amiantomaipiu.it oppure
chiama il numero 327 0771703 Grazie.
L’unica battaglia che si perde è quella che si abbandona

Amianto Mai Più

 

 http://www.amiantomaipiu.it/site/sez_news.php?browse_id=610

martedì 25 giugno 2013
Maxi-processo: Udienza Rinviata 23 luglio 2013
Un’infondata richiesta di rimissione congela il processo
Tecnicamente all’udienza del 25 giugno è accaduto questo: uno dei legali della
difesa degli imputati ha formulato un’istanza di rimessione del processo ad
altra sede in quanto, sostanzialmente, il clima che si è generato sul
territorio non sarebbe asseritamente in grado di garantire la serenità di
giudizio.
Solamente la Cassazione può sindacare il merito dell’eccezione sollevata e
quindi il Presidente del Tribunale ha fissato nuova udienza al 23 luglio per il
caso in cui la Cassazione dichiari infondata l’eccezione e il processo possa
proseguire nella sua sede naturale.
Questa la cronaca.
Noi sappiamo che gli avvocati devono fare il loro mestiere e lo devono fare
bene per adempiere pienamente al mandato del proprio cliente.
Tuttavia rimane da sottolineare la profonda amarezza con cui abbiamo vissuto
questo sviluppo – assolutamente inatteso – del processo. L’AEA ha sempre agito
nel pieno e assoluto rispetto della legge e degli imputati. Non ha mai cercato
di fare pressione su nessuno degli attori di questa vicenda, limitandosi solo a
chiedere che lo Stato applicassa la legge e celebrasse il processo. Anche negli
anni difficili – quelli per il quali il Procuratore Generale presso la Corte
d’Appello di Trieste, dott. Beniamino Deidda, parlò all’inaugurazione dell’anno
giudiziario di “denegata giustizia per le vittime dell’amianto” – i toni che
abbiamo mantenuto sono sempre stati sobri: abbiamo scelto di percorrere la via
della più completa trasparenza e legalità, per rispetto in primis della dignità
con cui gli operai si rivolgevano a noi dandoci mandato di chiedere Verità e
Giustizia, in nome loro e nella memoria del loro doloroso ed ingiusto
sacrificio.
Per questo ci sentiamo umiliati ed offesi – non tanto dall’ennesimo rinvio
temporale – quanto da un implicito giudizio del nostro operato che, in tutta
onestà intellettuale, riteniamo di non avere meritato.
Tuttavia andiamo avanti, continuando ad avere fiducia nella magistratura e
nella Giustizia, con la dignità e la correttezza che ci ha sempre
contraddistinti, nella consueta certezza che l’unica battaglia che si perde è
quella che si abbandona.
Amianto mai più.

Monfalcone, 10 giugno 2013

 

A tutti gli associati, aderenti, simpatizzanti

E’ prevista per il 25 o 26 giugno prossimi la pronuncia della sentenza relativa al primo maxi processo pendente presso il Tribunale penale di Gorizia per le morti derivanti dall’esposizione all’amianto: questo primo troncone riguarda il decesso di 87 operai ed operaie dello stabilimento della Fincantieri di Monfalcone. Gli imputati sono una trentina di dirigenti del colosso della cantieristica navale e di varie ditte esterne.

Risalgono al 1998 le prime tre denunce depositate alla Procura della Repubblica da altrettante coraggiose vedove, riunitesi intorno all’Associazione Esposti Amianto di Monfalcone, che non potevano accettare con rassegnato fatalismo la morte dei propri compagni di una vita. A quelle ne sono seguite altre, che sono confluite nel largo fiume di denunce che già da tempo ormaiarrivavano dai medici che riscontravano decessi dovuti proprio a questa causa. Fra le province di Gorizia e Trieste si calcola che possano essere fino ad oggi circa 2000 i decessi derivanti dall’esposizione alle polveri di asbesto.

Negli anni successivi non è stato facile ottenere la risposta dello Stato. Per tanti anni è stato necessario rivendicare verità e giustizia per quelle morti, coinvolgendo anche le più alte cariche dello Stato. Risale al 2008 l’avocazione di una trentina di fascicoli, relativi a casi di decesso causati da mesotelioma, da parte del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, dott. Beniamino Deidda. Da quel momento è stato costituito un pool di inquirenti ed esperti – operanti presso la Procura di Gorizia – che hanno esaminato centinaia di fascicoli confluiti attualmente in vari tronconi di indagine. Il dibattimento si è sviluppato attraverso una serie di udienze in cui sono sfilati centinaia di testi e numerosi periti. Sono costituiti parte civile in questo processo la Regione, la Provincia di Gorizia, il Comune di Monfalcone, l’INAIL, l’Associazione Esposti Amianto e la CGIL, ad esprimere – una volta di più – il senso della dimensione – non solo individuale o familiare – ma anche collettiva del dramma sotteso alle morti da amianto.


Il Pubblico Ministero ha concluso la propria requisitoria chiedendo la condanna, per alcuni degli imputati, fino a nove anni di reclusione. Il senso della rivendicazione dell’Associazione Esposti Amianto è ben chiaro. I processi non servono a consumare una vendetta, ma servono a ricostruire da un lato la verità dei fatti, la verità sulla storia degli operai di Monfalcone morti con l’unica colpa di essere andati a lavorare, su cui si dovrà fondare la memoria di questo Paese. Ma servono anche a riaffermare un semplice principio: che non impedire la morte di un lavoratore, facendo prevalere logiche di arido profitto rispetto alla tutela della sicurezza e dignità dell’operaio, è reato. Per questi motivi, invitiamo tutti – singoli cittadini, operai, associazioni rappresentative delle categorie interessate, rappresentanti degli enti pubblici – a partecipare alla lettura della sentenza, non per fare del processo uno spettacolo, ma per una più incisiva presa di coscienza di un’esperienza e di un dramma collettivo. Il Presidente del Tribunale ha fissato due date, il 25 ed il 26 di giugno a partire dalle ore 9.30, per le ultime repliche degli Avvocati e dei Procuratori, poi si ritirerà in Camera di Consiglio ed infine pronuncerà pubblicamente in aula la sentenza. Purtroppo non si potrà conoscere fino all’ultimo momento in quale delle due giornate ed in che orario avverrà la lettura. Saremo comunque presenti, ed invitiamo tutti voi ad esserlo. L’unica battaglia che si perde è quella che si abbandona

Amianto Mai Più

Il Direttivo

Associazione Esposti Amianto

Sezione di Monfalcone Presso Ospedale S.Polo Via Galvani, 1

info@amiantomaipiu.it

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