Informativa Cookie

5 agosto 1962: muore Marilyn Monroe

05 agosto, 2016 - 13:18

Lo scorso primo giugno avrebbe compiuto novant’anni ed è davvero impossibile immaginarsela come una fascinosa e arzilla vecchietta. Perché Marilyn è un’icona e la sua immagine resterà cristallizzata in eterno in un volto, un sorriso e un corpo senza tempo. Ecco perché, anche a distanza di cinquant’anni dalla morte, il mito pop di Marilyn Monroe è più vivo e presente che mai. Ma come si fa a spiegare per intero, in modo davvero autentico, il fascino di un mito? Forse attraverso gli oggetti che a questo mito sono appartenuti; quei piccoli e grandi dettagli che hanno caratterizzato e popolato il suo quotidiano e la sua realtà di attrice, di diva e, soprattutto, di donna. Questa è la mostra in corso a Palazzo Madama di Torino: “Oltre il Mito”.

Assemblea Teatro vuole ricordarla oggi, venerdì 5 agosto, giorno della sua scomparsa.

Marilyn, una donna che ha lottato per affermare la propria femminilità non solo come apparenza, ma anche come «presenza»; e che si è schierata apertamente a favore dell’abolizione della segregazione razziale.

 

Il 5 agosto 1962 l’attrice statunitense Marilyn Monroe, il grande mito erotico degli anni Cinquanta, fu trovata morta nella sua casa di Hollywood. Anche se il medico legale dichiarò che l’attrice si era suicidata con un’overdose di barbiturici, le cause del decesso rimangono ancora confuse.

   Sebbene nel cinema avesse molte volte incarnato il prototipo della bionda ingenua e sensuale, la sua vita reale fu segnata da una fanciullezza e una gioventù molto dure, seguite da un successo travolgente che non seppe affrontare neanche nei momenti di maggiore stabilità.

   Marilyn, il cui vero nome era Norma Jeane Baker, nacque il 1° giugno 1926. Con un padre assente, ebbe un’infanzia difficile e visse circondata dalla miseria. Dopo che la madre venne internata in un ospedale psichiatrico in seguito a una crisi nervosa, Norma Jeane visse in vari orfanotrofi e case d’accoglienza.

   Si sposò a sedici anni con il ventunenne James Dougherty. Con l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda guerra mondiale, Dougherty si arruolò in Marina e partì per l’Australia. Marilyn trovò impiego in una fabbrica di munizioni; mentre era al lavoro nello stabilimento, un fotografo dell’esercito le fece degli scatti, e la sua immagine apparve così in una rivista militare. Dopo aver divorziato dal marito, sarebbe riuscita a farsi apprezzare come modella, comparendo sulla copertina di varie riviste. Howard Huges, potente uomo d’affari e proprietario della casa di produzione RKO, si ripropose di farle fare dei provini per ingaggiarla nella sua compagnia; fu tuttavia preceduto dalla 20th Century-Fox, che le fece firmare un primo contratto tra le cui clausole figurava l’adozione di un nome d’arte: Marilyn Monroe.

   Dopo alcune brevi apparizioni in pellicole come Eva contro Eva (1950), Marilyn fece il salto definitivo verso la fama nel 1953 con il ruolo da protagonista in Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde e Come sposare un milionario. L’Associazione americana di distributori cinematografici le elesse star dell’anno.

   Il suo maggior successo commerciale fu A qualcuno piace caldo (1959), pellicola che le valse il Golden Globe come migliore attrice di commedia.

   In tutte le sue interpretazioni Marilyn era soltanto un oggetto di desiderio da esibire. Archetipo della bionda svampita, seppe tuttavia conferire a quel ruolo innocenza, naturalezza e una schietta sensualità. Dopo otto anni di carriera lei stessa si rese conto dei limiti dei personaggi che interpretava e decise di dare una svolta lanciandosi nella creazione di una sua casa di produzione, la Marylin Monroe Productions, con la quale realizzò Fermata d’autobus (1956) e Il principe e la ballerina (1957). Tuttavia i problemi personali, i matrimoni falliti con il giocatore di baseball Joe DiMaggio e con lo scrittore e sceneggiatore Arthur Miller e una crescente dipendenza da alcol e droghe per sfuggire alla depressione e riuscire a mantenere la linea, furono un ostacolo a qualunque serio tentativo di cambiare la rotta della sua carriera.

Non tutti sanno che…

Nella pellicola di Howard Hawks Il magnifico scherzo (1952) sfoggiò per la prima volta quella che sarebbe stata la sua immagine caratteristica: chioma corta ondulata biondo platino

 

Da “I 365 giorni che hanno cambiato la storia. History Channel” Arnoldo Mondadori Editore

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>